Lia Varesio, a Torino, è un nome e un’icona. La chiamavano “L’angelo dei barboni” perché, tra mille
difficoltà, aveva trascorso la vita a occuparsi degli altri e degli emarginati. Fondò l’associazione
“Bartolomeo & C.” che oggi porta avanti le sue idee e rappresenta un riferimento sicuro. Qualche giorno
fa a Palazzo Nuovo sede dell’Università, a due passi dalla Mole Antonelliana, è stato inaugurato il
“Bosco degli altri”, un polmone verde nel cuore della città, ed è stato dedicato a questa donna. Un segno
fortemente voluto da Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova, il centro di competenza per
l’innovazione in campo agro-ambientale, vicerettore dell’ateneo subalpino. Lo spazio del bosco fa parte
dell’area verde che caratterizza la facciata principale di Palazzo Nuovo. Gullino ha fatto squadra con
altre donne, figure femminili affermate nei loro diversi settori. Fra queste: Ilaria Borletti Buitoni,
presidente dell’associazione WeTree e vice del Fai; Ilaria Capua, direttore del centro di eccellenza One
Health dell’Università della Florida; le paesaggiste Stefania Naretto e Chiara Otella, l’attrice Laura
Curinio.
Il “team” crede molto nella forza del verde (“un colore che unsice tutti”) e ha coinvolto anche Marco
Gromo, presidente della “Bartolomeo”. Quello di Torino è il primo bosco italiano in città; altri centri
(Milano, Perugia, Palermo, Bari), seguiranno l’esempio. “Il nostro paese – dice Gullino – è ricco di donne
volenterose e all’avanguardia. La pandemia ci ha insegnato sicuramente una cosa importante: ripartiamo
dalle donne, dalla ricerca e dalla natura”.
C’è un bosco in città dedicato a Lia “l’angelo dei barboni”
di Gianfranco Quaglia
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