di Gianfranco Quaglia
La risaia made in Italy è al giro di boa, sta affrontando l’ultima fase (la più importante e delicata) che la porta alla maturazione completa, quella che prelude alla raccolta (settembre-ottobre). Nell’attesa il mondo del riso non è inattivo. Nei giorni scorsi il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, e il direttore generale Roberto Magnaghi hanno incontrato a Roma la Commissione Agricoltura di Camera e Senato: “Abbiamo illustrato l’attività dell’Ente e le modifiche normative introdotte dai recenti provvedimenti parlamentari e ministeriali sul mercato interno e sul biologico – dichiara Paolo Carrà -.L’audizione si è conclusa con uno scambio di opinioni approfondito sui problemi del riso italiano. Poi abbiamo incontrato anche i sottosegretari delle Politiche Agricole, Pesce e Manzato, con i quali si è parlato della situazione di crisi indotta dalle importazioni a dazio zero dai PMA (Paesi meno avanzati) che fanno diretta concorrenza al nostro prodotto. Inoltre si è affrontato il tema della promozione”. Il “giro” romano segue, di poche settimane, l’incontro che il presidente dell’Ente Risi aveva avuto con il ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio.
Quanto alla promozione Carrà anticipa che a settembre, nella prima riunione del Consiglio d’amministrazione dell’Ente, si parlerà di nuove iniziative per diffondere la conoscenza del riso italiano: “Sino a ieri era impossibile in quanto l’Ente, a causa del contenimento della spesa imposta dalla spending review, poteva investire sino a un massimo di 10 mila euro l’anno. Una cifra irrisoria, che ci ha spinto a inoltrare formale contestazione delle interpretazioni sostenute dagli organi di vigilanza. Ora il Ministero dell’Economia e Finanze, con una nota a firma del Ragioniere capo dello Stato, ci ha comunicato che possono considerarsi non soggette al vincolo normativo quelle spese riferite all’attività che non perseguono finalità promozionali e di persuasione, bensì scopi meramente informativi e non rientrino in nessuna delle altre tipologie vincolate dalla legge. In altre parole: è possibile diffondere informazioni fra i consumatori su qualità, varietà e potenzialità del riso italiano. In questo senso il Cda studierà la formula più consona e efficace”. Come dire: diffondere un messaggio con parole giuste, che fanno bene sia al mondo del riso sia ai consumatori, senza violare la legge.
L’altro capitolo riguarda le importazioni. Gli ultimi dati: tra settembre 2017 e luglio 2018 il flusso di import di riso semilavorato e lavorato dai Pma è stato di 333.261 tonnellate, in aumento di 16.706 (+5%) rispetto allo stesso periodo della campagna precedente. Le importazioni di riso cambogiano si collocano a 221.076 tonnellate, con una diminuzione di 26.892 tonnellate (-11%); in controtendenza le importazioni dal Myanmar che si attestano a 109.557 tonnellate, con un incremento di 43.757 tonnellate (+66%). “A settembre – prosegue Carrà – dovremmo avere anche le prime risposte delle investigazioni che gli ispettori della Commissione europea hanno compiuto su alcune aziende risicole italiane e spagnole per verificare i danni prodotti dalle importazioni, a seguito della richiesta d’applicazione della clausola di salvaguardia da noi richiesta e finalizzata al ripristino dei dazi sul r
You must be logged in to post a comment Login