di Gianfranco Quaglia
L’effetto Covid non ha risparmiato il riso. Ha condizionato il mercato, in positivo e in negativo. Vediamo perché con il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà.
“Il Covid ha trascinato le vendite, con un incremento dei consumi e anche i prezzi. I risi tipo Indica hanno avuto un buon exploit di quotazioni. Ma c’è il rovescio della medaglia: queste condizioni molto particolari non devono ingannarci. Infatti il canale Ho.Re.Ca. ne ha risentito, in particolare alcune varietà come quelle da sushi. Per fortuna alcuni mercati, come quello turco, ci ha dato una boccata d’ossigeno con un alleggerimento delle scorte destinate all’export. Il 2021? Anche qui qualche buona notizia, ma molte incognite”.
La buona notizia?
“Cominciamo dalla Brexit, gli accordi hanno fugato il timore che al riso italiano venissero applicati dazi. Questo è molto importante per la nostra risicoltura. Se la Turchia mantenesse i ritmi di importazione dall’Italia avremmo un’altra certezza”.
Le notizie sfavorevoli?
“Potrebbe essere preoccupante il bilancio di collocamento, correlato agli stock di riso tondo. Siamo alle solite: il buon andamento dei listini potrebbe indurre gli agricoltori a insistere sulle semine di risi tondi, il che porterebbe a un surplus che poi non si riesce più collocare”.
Il punto sulle importazioni dal Sudest asiatico…
“All’orizzonte si profilano mine vaganti. Come è noto è pendente il ricorso della Cambogia alla Corte di Giustizia Europea contro l’introduzione della clausola di salvaguardia che ha abolito l’esenzione dei dazi sul cereale esportato in Ue. Il regolamento scadrà a metà gennaio 2022 e prima di quella data sarà necessario affrontare seriamente il problema. Ci sono molte incognite e interrogativi: potrà essere prorogato oppure si dovrà ripetere l’indagine conoscitiva indispensabile all’adozione del provvedimento? Ricordo che la Commissione europea aveva accertato il danno economico causato alle nostre aziende dall’arrivo del riso concorrenziale. Se si prenderà come base il 2020, proprio per il rimbalzo delle vendite dovuto anche al Covid, sarà difficile dimostrare che è stato un anno sfavorevole e di aver subito un danno importante”.
La clausola vale per il riso tipo Indica. E per lo Japonica coltivato in Myanmar e esportato a valanga in Europa?
“La clausola era stata concessa per le varietà appartenenti al gruppo B, non esiste automatismo anche per quelle japonica. Anche in questo caso si dovrebbe iniziare una nuova istruttoria con un’altra indagine conoscitiva”.
Il riso e la futura Pac?
“In Farm to Fork esistono forti penalità per il nostro settore. Entro fine gennaio convocheremo un tavolo di filiera per scrivere punti fermi su questo tema”.
You must be logged in to post a comment Login