Per fermare l’importazione a dazio zero del riso asiatico non ci sarebbe soltanto la clausola di salvaguardia, invocata dalla filiera risicola con la richiesta presentata dal Governo italiano a Bruxelles. Esistono altri strumenti.
Il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà ha scritto ai ministri Martina e Calenda, nonché ai presidenti dei sindacati agricoli e dell’industria risiera, per chiedere «una vera tutela» per il settore risicolo e ha indicato una strada alternativa.
Secondo Carrà il problema potrebbe risolto anche «applicando l’articolo 19 dello stesso Regolamento (disposizioni di revoca temporanea) atteso che, come citato da un documento redatto da una società di consulenza appositamente commissionato dagli uffici delle istituzioni comunitarie, le stesse importazioni sono alla base di violazioni dei diritti umani».
Secondo l’Ente Risi occorrono azioni di tutela automatiche che possano bloccare le stesse importazioni nel momento in cui diventano causa di turbativa. Oggi il problema è circoscritto alla Cambogia, ma a breve altri paesi, quale ad esempio il Myanmar, potranno essere all’origine di importazioni a livelli tali da creare disequilibri nella produzione comunitaria di riso.
Per cercare di dare tutele certe al settore sarebbe pertanto necessario apportare delle modifiche al Regolamento (UE) 978/2012 prevedendo, come già previsto per altri prodotti, l’abolizione delle preferenze tariffarie nel momento in cui le importazioni dai Paesi Meno Avanzati aumentino in quantità (in volume) rispetto al precedente anno civile di una percentuale da determinare.
L’occasione per la revisione del Regolamento (UE) 978/2012 viene offerta dall’articolo 40 secondo comma dove testualmente si prevede: “Entro il termine del 21 novembre 2017 la Commissione presenta al Parlamento Europeo e al Consiglio una relazione sull’applicazione del presente regolamento. Tale relazione può essere eventualmente corredata da una proposta legislativa. Considerato che il temine di cui sopra non è stato rispettato dalla Commissione che si è impegnata a presentare la relazione nei prossimi mesi (secondo alcune fonti entro la fine di dicembre, secondo altre entro la fine del mese di marzo), si chiede di poter intervenire presso le istituzioni competenti affinché il settore possa godere di una vera tutela evitando nuovamente squilibri di mercato con conseguenti perdite di reddittività».
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