L’ultimo aggiornamento pubblicato dalla Commissione europea che prende in esame il periodo settembre 2013-luglio 2014 le importazioni dell’Ue di riso lavorato dai Paesi meno avanzati (quindi anche Cambogia) si attestano a 254.436 tonnellate, in aumento di 85.604 tonnellate (+51%). Paolo Carrà, presidente Ente Nazionale Risi: <L’import dai Pma rappresenta il 50% di tutto il riso in arrivo nell’area comunitaria. A fine campagna il volume potrebbe attestarsi a circa 280 mila tonnellate, 90 mila in più rispetto alle 190 mila della scorsa campagna>.
Presidente Carrà, a questo punto è ancora più urgente ottenere la clausola di salvaguardia?
«Basta con questa Cambogia e la clausola di salvaguardia. Pensiamo a fare gli agricoltori. Gli accordi internazionali purtroppo esistono e in questo momento abbiamo anche un problema di Commissione Agricoltura europea vacante».
Eppure i numeri parlano chiaro…
«Vero, ma Bruxelles sostiene che a tutt’oggi non esisterebbero problemi di import, anzi che le importazioni non sono aumentate. Non è così, ovviamente. La Corte dei Conti europea ha redatto una relazione in base alla quale risulta che gli accordi con i Pma e in particolare con la Cambogia stanno generando danni economici alla stessa Ue. In altre parole: le concessioni doganali tax free per la Cambogia riducono i margini di incasso. Il valore medio dei dazi sui risi lavorati (anzichè 175 euro/tonnellata) si abbassa a 60 euro».
Ma che cosa significa tornare a fare gli agricoltori?
«Essere più realisti. Renderci conto che i problemi ci sono, dobbiamo cercare di risolverli, ma al tempo stesso organizzarci. Non è solo l’import a preoccuparci. Con la nuova Pac il sostegno a ettaro per i risicoltori scenderà da 1060 euro/ha a 700-800 e gradualmente da qui al 2019, saqrà decurtato di un 30 per rcento».
E allora?
«E’ necessario cercare subito altre soluzioni. Ed è solo con l’organizzazione del mercato che riusciremo a trovare giuste remunerazioni».
Questa estate avversa quanto influirà sulla produzione?
«Rispondo con il titolo del mio editoriale su ‘’Il Risicoltore’’: Incrociamo le dita. In altre parole: soltanto a raccolta iniziata potremo veramente dire che cosa è accaduto, difficile al momento fare previsioni. Nel Vercellese e nel Novarese abbiamo avuto segnalazioni di sterilità e ‘’gessato’’, nel Pavese molti casi di ‘’brusone’’. Di certo sappiamo che la superficie è aumentata di 3600 ettari. Pe i lunghi A (aumentato del 26%) dovremmo ottenere soddisfazioni, più problematico sarà il lungo A da parboiled. Ma nel complesso riusciremo a gestire il mercato a nostro favore solo se agiremo con intelligenza e oculatezza».
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