Primo bilancio della raccolta del riso, alle ultime battute. Lo facciamo con il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà: “Complessivamente una produzione con alti e bassi rispetto a quella dello scorso anno. Ma la qualità ha tenuto bene e anche i prezzi sono partiti bene, superiori a quelli della campagna precedente”. Amentata la superficie di tremila ettari (1,4%), che si è attestata a 220.235 ha.

Ecco alcune quotazioni rilevate dai listini delle principali borse, prima fra tutte Vercelli: Balilla-centauro e similari tra i 36 e 37 euro il quintale; 37 anche per il Sole; arriva al 40 il Selenio; 33 Tipo Ribe, Loto, similari, Augusto; 41 S. Andrea; 37 il Roma; 38 il Baldo, l’Arborio e il Volano; 43 Carnaroli e similari. Al di sotto delle attese, per ora, il lungo B (tipo Indica), che non supera i 27 euro/quintale, malgrado le previsioni della vigilia e le premesse favorevoli che davano un rialzo del prezzo, spinto dal blocco imposto dalla clausola di salvaguardia che aveva bloccato l’import di prodotto a dazio zero proveniente dai Paesi del Sudest asiatico, e una conseguente incremento delle semine (1883 ettari in più).

A proposito di “scudo” europeo, entrato in vigore all’inizio del 2019, va registrato a saldo della campagna 2018-2019 un aumento complessivo dell’import, sino al 50 per cento, mentre nell’ultima fase rilevata, quella che va dal primo ottobre, i dati parlano di un netto crollo (-44%).

Sulla clausola di salvaguardia, dal recente Forum sul riso tenutosi a Bruxelles con tutti i paesi partner produttori è emersa la richiesta dell’applicazione automatica del provvedimento, ogniqualvolta le condizioni dell’import superano i limiti, senza più bisogno di una procedura da parte della filiera risicola europea danneggiata. Su questo punto interviene Paolo Carrà: “Dopo i risultati ottenuti al Forum e il documento sottoscritto all’unanimità, ora spetta ai politici darci una mano. Chiederò audizioni sia ai parlamentari italiani sia a quelli europei affinché portino avanti le nostre istanze”.