Risicoltura italiana a una svolta. “Clausola di salvaguardia subito contro le importazioni a dazio zero” chiede Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, e appoggia la strategia del Governo italiano alla vigilia del Consiglio dei Ministri agricoli dell’Ue.
“L’annuncio del ministro Salvini a Torino – dice Carrà – mostra che il Governo italiano si pone seriamente il problema delle importazioni di riso asiatico a dazio zero. Per tutta la filiera del riso italiano è una buona notizia perché per anni abbiamo subito una concorrenza sleale in casa nostra, vedendo crollare i nostri prezzi ed esplodere importazioni di riso da Paesi Meno Avanzati che, diversamente dai presupposti della cooperazione, non destinavano i ricavi a migliorare le condizioni di vita dei contadini ma arricchivano trader, industria e finanza. Per anni, come abbiamo dimostrato con due forum europei sul riso, promossi insieme a Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Cooperative ed Airi, il settore è stato sacrificato dalla Commissione europea, che ha preso atto solo di recente della crisi e tuttora tergiversa sulla clausola di salvaguardia».
Guardando all’immediato futuro, Carrà esorta l’Italia a fare gioco di squadra «come dice il neo ministro alle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio» e conferma la compattezza dei produttori italiani ed europei: «Tutti i rappresentanti degli agricoltori e dell’industria – e dico tutti – chiedono la clausola di salvaguardia sull’import dai PMA, la chiedono subito. Le importazioni da quei paesi, infatti, stanno tornando a crescere in queste ore, con un incremento in maggio del due per cento.»
Quanto alle proposte della Commissione Europea sulla riforma della Pac (Politica agricola comune) L’Ente Nazionale Risi le valuta con preoccupazione: «L’atteggiamento proattivo del Ministro Centinaio ci rincuora – aggiunge Carrà – perché la proposta in discussione contiene delle vere e proprie bombe ad orologeria. I ventilati tagli finanziari alla prossima programmazione PAC devono spingere il comparto risicolo ad una attenta valutazione in relazione alla proposta di “capping”, ovvero il taglio degli aiuti alle aziende agricole a partire da 60.000 euro, che colpirebbe indistintamente la maggioranza delle aziende risicole italiane. La Commissione ha da sempre riconosciuto alla risicoltura europea un ruolo strategico che oggi non può essere messo in dubbio, ma è necessario continuare ad operare uniti con quel gioco di squadra sia a livello nazionale ed europeo che ci ha da sempre contraddistinto. Stato e Regioni dovranno lavorare ancora in modo più coeso per dare agli agricoltori le giuste risposte alle proprie esigenze ed a quelle del territorio, in un’ottica di semplificazione del rapporto tra cittadino e istituzioni».
In questo senso, le dichiarazioni del Ministro Centinaio alla vigilia del Consiglio europeo dei Ministri agricoli, di voler stringere alleanze con quei paesi che condividono modelli produttivi simili a quello italiano, «va nella giusta direzione. In questi anni la filiera risicola italiana si è confrontata sempre più con i colleghi degli altri paesi produttori europei, come avvenuto il 23 gennaio a Bruxelles al “2° Forum sul settore del Riso europeo”, organizzato dall’Ente Nazionale Risi, dove è stata evidenziata la necessità di difendere la risicoltura italiana ed europea dalle importazioni a dazio zero, la necessità di una connotazione del prodotto attraverso l’indicazione di origine, l’urgenza di ristabilire regole di reciprocità con i paesi esportatori sia in termini sociali che fitosanitari, la necessità che la Commissioni preveda un budget aggiuntivo per la promozione del riso europeo» conclude Carrà.
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