Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, chiama a raccolta i risicoltori italiani e li invita a “far sentire la voce”. La posta in palio è il regolamento Ue n. 978/2012 che riguarda il Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) e le importazioni a dazio zero dai Paesi EBA (Everithing but armas), tutto tranne le armi, che danneggiano la risicoltura europea. Sono, infatti, ben note a tutti le conseguenze negative che le importazioni dalla Cambogia e dal Myanmar hanno sulla filiera risicola italiana.
Carrà, ricorda che “Durante il “3° Forum sul settore del riso europeo” tenutosi a Bruxelles lo scorso ottobre tutta la filiera risicola europea aveva chiesto che venisse modificato il regolamento SPG in quanto non tutela la filiera ed in particolare gli interessi dei produttori agricoli. L’esperienza delle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia e dal Myanmar ne è la prova”. La Commisione aveva lanciato una consultazione online, invitando i risicoltori europei a esprimersi in merito alle modifiche.
“Questa consultazione – continua Carrà – dà la possibilità al settore risicolo di far sentire la propria voce sottolineando ciò che non va bene. Facciamo sentire insieme a Bruxelles la nostra voce adesso, perché domani potrebbe essere tardi. ”
Le domande alle quali si chiede di rispondere non sono semplici e il testo del questionario è solo in lingua inglese, francese e tedesca; le risposte però potranno essere fornite in italiano. Scadenza il 3 giugno.
Per tale motivo l’Ente Nazionale Risi ha istituito dal lunedì al venerdì, in orario di ufficio, un servizio telefonico dedicato per aiutare chiunque volesse rispondere al questionario, scritto rigorosamente in lingua inglese. Particolare, questo, che aveva destato anche qualche polemica, con una sottolineatura anche da parte dello stesso presidente Ente Risi, che per agevolare la comprensione del questionario ha provveduto alla sua traduzione in italiano.
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