di Enrico Villa
Il nostro cervello, anche se non ce ne accorgiamo, governa il nostro cibo di ogni giorno. Senza cervello e senza cibo, il nostro petrolio per esistere, non riusciremo a sopravvivere. Ma c’è di più. E’ il cervello che guida le nostre scelte alimentari. Ed è sempre il cervello che influenza la propensione per un cibo o per un altro, trasformandolo all’istante in gusto e, a lungo andare, in moda. Recentemente i matematici che hanno riscoperto la cucina e la tavola, hanno trasformato il contenuto di un piatto in una formula. O meglio: le portate che gustiamo anche ricollegandoci alle tradizioni territoriali, sono sempre la conseguenza di un algoritmo fatto di attraenti componenti chimici, o appunto di formule trasformate in ricette deliziose.
Non è una novità. E’ da anni che la Sin, la Società Italiana di neurologia, indaga sul rapporto costante tra cibo e cervello. E che si sofferma sulle degenerazioni di questo rapporto con la conseguenza, ovviamente da correggere, nel caso in cui l’eccesso di cibo induca all’obesità o, parossisticamente, determini una sorta di “effetto-droga”. L’Ordine dei medici di Vercelli, presieduto dall’internista Pier Giorgio Fossale, ha promosso un convegno con un ampio ventaglio scientifico così intitolato: “Cibo e cervello. Alimenti, gusto e neuroni”. Il convegno è in agenda il 18 ottobre, un sabato, nel Salone Sant’Eusebio del Seminario Arcivescovile di Vercelli. E otto i relatori provenienti dalle Università italiane più impegnate sulla neurologia e anche sui risvolti sociologici: Edoardo Boncinelli (San Raffaele di Milano); Gilberto Corbellini (La Sapienza di Roma); Michele Di Francesco (Pavia); Andrea Moro (Pavia); Gloria Origgi (Parigi); Raffaella Rumiati (Trieste). Sullo sfondo l’Expo 2015 che si aprirà il prossimo 1° maggio con un obbiettivo assai ambizioso: raccontare che nel mondo il cibo è l’energia della vita. E sempre sullo sfondo, ma non troppo, la vicenda della evoluzione genetica che, fra l’altro, ha condotto agli organismi geneticamente modificati a cui, forse, nel 2050 l’umanità a 9 miliardi di individui non potrà fare a meno. Ne parlerà il professor Gilberto Corbellini, romano, su questo tema: “Ogm e libertà: una difesa neuro evolutiva dell’innovazione tecnologica in agricoltura”. Nonostante gli ogm sul globo siano in crescita, nel 2013 attestati su oltre 5 milioni di ettari, sugli stessi in Italia sono fieramente avversari Coldiretti e Slow Food.
In ogni caso, la storia del cervello al centro di primarie attività umane moderne comprese quelle del cibo e delle tecnologie alimentari, è ormai lunga. Pier Giorgio Fossale: “Nell’ultimo decennio, la neurologia ha fatto passi da giganti. E anche noi a Vercelli, da un punto di vista informativo e della riflessione, abbiamo incominciato nel 2004, quattordici anni fa. In questo periodo, con un convegno all’anno abbiamo affrontato i principali contesti al centro dei quali è il cervello: sulla mente e la coscienza, sul libero arbitrio, anche sui cervelli e mercati. Come fu evidenziato su questo specifico argomento nel convegno del 15 magio 2010, i corsi di mercato sono di frequente governati dall’emozione”. Fossale negli ultimi due cicli amministrativi a Vercelli è stato assessore alla cultura con questa precisazione formale: per l’economia della conoscenza. Perché? Questa la risposta di Pier Giorgio Fossale che, medico di famiglia impegnato quotidianamente con i suoi pazienti, afferma di essere arrivato alla neurologia da autodidatta:”Perché senza conoscenza non vi può essere economia”. L’ultimo che in ordine di tempo lo ha sostenuto è l’economista Jeremy Rifkin del suo saggio La società a costo marginale zero (Mondadori, 2014). Alla base delle analisi di Rifkin sono le interconnessione strette di cui è fatto il nostro cervello anche quando ci induce a scegliere il cibo preferito. E che, indelebili, fissa nella nostra memoria i gusti.
You must be logged in to post a comment Login