di Gianfranco Quaglia
C’era un rapporto molto stretto tra Carla Fracci, ètoile della danza, e il mondo agricolo. E non era per caso. Fu lei stessa a rivelarlo, nelle pagine del suo libro “Passo dopo passo. La mia storia” scritto insieme con Enrico Rotelli. E lo ribadì nel 2017 a Novara, durante un incontro nell’Arengo del Broletto, dove era stata invitata nell’ambito di “Novara dance experience”.
Prima di approdare sui palcoscenici, Carla Fracci ebbe trascorsi contadini che ricordava con orgoglio: “In campagna, nel Mantovano, a Gazoldo, a Ca’ Rigata da zia Erminia, dove ero sfollata da Milano per sfuggire ai bombardamenti, facevo la contadinella. Mi piaceva quella vita semplice – confessava – scandita dai ritmi delle stagioni. Mi sentivo libera”. Prima con la mamma era stata a Valongo, dalla nonna, mentre il papà era sul fronte russo. Iscritta alle elementari del paese come “sfollata”, la Fracci seguiva con molta attenzione il programma didattico che comprendeva, tra l’altro, coltivazione dei fiori in vaso e preparazione dei mangimi per polli e conigli. Quel mondo se lo portava dentro, nel cuore, e non rinnegò mai. Anzi. Sicuramente fu anche questo passato agreste che favorì un’amicizia, via via consolidata, con Fiorenzo Rossino, imprenditore agricolo di Casalbeltrame, presidente della Latteria Sociale di Cameri, uno dei “santuari” del gorgonzola made in Novara. Tutto si era iniziato proprio nel paese dell’agricoltore dove, nel 2015, Carla Fracci aveva ricevuto la “Rana d’oro”, prestigioso premio che in quell’edizione fu assegnato anche all’ambasciatore Luigi Guidobono Cavalchini, all’artista Maimouna Guerresi, allo showgirl Ludovica Fraschi. Al termine della premiazione Rossino la omaggiò di una confezione del suo gorgonzola, l’erborinato Dop per eccellenza. Pochi giorni dopo il telefono era squillato in casa Rossino: “Sono Fracci, volevo ringraziarla per il suo pensiero, lo stiamo gustando con alcuni amici ed è eccezionale”.
E’ lo stesso presidente della latteria a raccontare: “Da quel momento si stabilì un rapporto d’amicizia e stima reciproche andato in crescendo. Io a inviarle confezioni di formaggi, lei a ringraziare sempre con attenzione e semplicità. Mi raccontava del suo passato lontano trascorso nella tenuta agricola del Mantovano. Quando le recapitai i formaggi della Latteria con i quali avevamo conquistato i tre ori mondiali lei rispose: meritano il platino. Mi regalò una copia del suo libro con dedica a me e a mia moglie. Le faceva piacere conversare al telefono, le ricordava gli anni irripetibili della sua infanzia da contadinella, come scherzando amava definirsi. Dopo un po’ di tempo la stella della Scala mi permise addirittura di rivolgermi a lei con il tu. Le ho parlato l’ultima volta il 5 maggio, si sentiva che era affaticata”.
Nella foto: Carla Fracci con Fiorenzo Rossino al termine di un incontro al Broletto di Novara. Anche in quella circostanza il presidente della Latteria di Cameri la omaggiò di una confezione di gorgonzola
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