Acque burrascose e buie, non solo per la siccità, nell’Associazione Est Sesia, il più grande consorzio irriguo e di bonifica d’Italia, 25 mila consorziati, un comprensorio che si estnede per 330 mila ettari fra Novarese e Lomellina. Giuseppe Caresana, il presidente di questo tempio delle acque che proprio quest’anno compie il secolo di vita, ha rassegnato le dimissioni, dopo 24 anni di reggenza. Il gesto arriva al termine di un tormentato “governo” che negli ultimi anni ha avuto anche riflessi giudiziari clamorosi. Ma non scrive ancora la parola fine. Anzi. La lettera con la quale Caresana ha manifestato la volontà di lasciare è arrivata all’assemblea poco prima che i delegati erano stati chiamati ad esaminare e approvare il bilancio di previsione di Est Sesia, già approvato dal Cda. Il documento è stato respinto con 50 voti contrari contro 25. Una spaccatura che apre nuovi interrogativi contabili: potrebbe paventarsi il rischio di non poter esigere il pagamento delle cartelle esattoriali e di aumentare le aliquote delle irrigazioni versate dagli agricoltori (la maggior parte risicoltori). Con Carasena, agircoltore in pensione con terreni a Garbagna novarese, si è dimesso anche il vicepresidente, Giorgio Cicogna Mozzoni, azienda agricola a Terdobbiate (No). Nel frattempo il vicepresidente vicario Giovanni De Sigis di Siccomario (Pv), guiderà la struttura con sede a Novara, per quanto riguarda l’attività ordinaria, sino all’approvazione del documento di bilancio e alla elezionedei nuovi vertici. Operazione, quest’ultima, non ancora calendarizzata. Al timone tecnico e organizzativo resta il direttore generale ingegner Mario Fossati, che dovrà gestire tutto l’iter burocratico e non solo, in un momento particolarmente difficile a causa delle mancanza d’acqua che incombe sull’imminente inizio della nuova stagione risicola. “Al momento disponiamo di un quinto dei livelli normali” ha dichiarato. Nella lettera di dimissioni, indirizzata a De Sigis, Cicogna, Occhipinti (segretario e direttore dell’area amministrativa) e Fossati, Caresana puntualizza in alcuni passi la sua amarezza: “Ricordo che avevo ben prima manifestato la mia intenzione di cessare nella carica di presidente, ma che epr le complesse vicende giudiziarie che hanno via via interessato Est Swesia, ho ritenuto doveroso continuare il mio impegno”. E si richiama alla nota che aveva inviato a tutti i delegati nel genaio scorso, “nella quale annunciavo che la Procura Generale di Torino aveva rinunciato all’appello proposto con Est Sesia e che Est Sesia è del tutto liberata da ogni respnsabilità e/o addebito. Ne consegue che il presupposto alla mia permanenza è venuto meno e in ciò anche sostenuto da fatti e circostanze sopraggiunti dopo la mia ultima rielezione. Innanzitutto – scrive Caresana – la mancata fiducia di una parte del Cda nei miei confronti, corredata da accuse false ed insulse per me inspiegabili che si sono via via sucedute. Altrettanto gravi considero le denunce, di cui si attende l’archiviazione, rivolte nei miei confronti e nei confronti di alcuni consiglieri…sulla situzazione del personale le note sono altretanto dolenti. I rapporti tra dipendenti sono estremamente difficili, con continue tensioni e questioni legali aperte che non favoriscono il recupero di un accettabile clima di lavoro. In più alcune azioni legali sono lunghe, sottraggono risorse alle attrività istituzionali e possono determinare ulteriori pesanti oneri a carico di Est Sesia”.
Le vicenda gudiziaria cui il presidente dimissionario fa riferimento ha avuto un epilogo nel gennaio scorso, quando la Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino aveva rinunciato all’appello, dopo che era intervenuta la prescrizione dei reati. Ed era stata confermata la sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Novara nel 2009, con la quale i vertici dell’associazione erano già stati assolti.
Il processo si era iniziato nel 2017. I vertici del Consorzio erano accusati di aver “gonfiato” le richieste di rimborso ai danni di vari enti dai quali avevano ottenuto appalti come la Regione Piemonte e Cav To-Mi. Un giro di denaro che secondo i magistrati sarebbe arrivato ad assommare 26 milioni di euro. Inizialmente erano state 27 le richieste di rinvio a giudizio per 41 capi d’imputazione.
Caso non completamente chiuso. Lo stesso ente ha ancora aperto con contenzioso con gli ex dirigenti al centro di quell’inchiesta, ai quali ha chiesto un risarcimento danni comolesivo di 5 milioni di euro. Atto dovuto e sollecitato anche dal Ministero delle Politiche Agricole per lo S che aveva interotto il flusso di finanziamenti destinati alla realizzazione di opere irrigue,m in attesa della conclusione delle indagini e del procedimento giudiziario.
Le dimissioni del presidente, il vuoto che si è venuto a creare, il contenzioso ancora in atto, le tensioni latenti all’interno di Est Sesia: tutti elementi che non contribuiscono a rasserenare un clima tempestoso.
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