<Buono come il latte>. E’ lo slogan che gli allevatori piemontesi di Coldiretti hanno lanciato il giorno di Pasquetta, una Pasquetta di Passione, come è stata ribattezzata, per sottolineare la grave situazione attraversata dal settore, penalizzato dai prezzi alla stalla non più remunerativi e soprattutto dall’ingresso selvaggio di prodotti lattiero-caseari dall’estero, tali da mettere in crisi e in dubbio il made in Italy. Gli allevatori si sono ritrovati in Piazza Palazzo di Città per rinnovare l’alleanza con i consumatori, garantire la sicurezza alimentare. Le ragioni della protesta sono sintetizzate dai numeri: 75 mila tonnellate di latte in polvere importato finisce trasformato sulle nostre tavole. Delia Revelli, presidente Coldiretti Piemonte: <Sono a rischio 8 mila posti di lavoro. Abbiamo chiesto all’assessore Ferrero di conoscere in modo dettagliato le importazioni di latte estero per ogni singolo caseificio e aprire così una stagione di vera trasparenza tra le parti>.
Gli allevatori hanno distribuito yogurt e formaggi ai consumatori della città e ai turisti.
Con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 sono stati erogati all’agroindustria lattiero-casearia quasi 30 milioni di euro e con quello 2014-2020 sono previsti oltre 90 milioni di risorse comunitarie per l’intero comparto agroindustriale. “Non è ammissibile –ha continuato Revelli – che queste importanti risorse servano alla trasformazione del latte estero, all’importazione diretta di latti filtrati o concentrati e di cagliate. E’ necessario avere la certezza che questi aiuti comunitari arrivino all’agroindustria virtuosa che sceglie e valorizza il latte Made in Piemonte. Chiediamo che il nostro latte sia remunerato con un prezzo etico e giusto – ha sottolineato la presidente – a questo deve, però, unirsi anche la volontà dell’agroindustria di costituire filiere 100 per cento italiane che diano un concreto sostegno al comparto e a far ripartire l’economia della nostra regione”.
La presidente Revelli ha concluso: “L’Italia ha perso il 15 per cento delle campagne per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa di 2,6 milioni di ettari di terra coltivata negli ultimi 20 anni, pari ad almeno 400 campi da calcio al giorno. La profonda crisi economica, che ha colpito comparti importanti dell’agricoltura, tra cui proprio il lattiero-caseario, sta provocando il progressivo abbandono delle campagne e la chiusura delle stalle italiane”.
Il lattiero-caseario piemontese ha una produzione lorda vendibile di 390 milioni, conta 2000 aziende produttrici e 51 specialità di formaggi.
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