Sul tavolo della direzione generale della Commissione europea è arrivato il dossier del Ministero italiano dello sviluppo economico con il quale si chiede a Bruxellexs di adottare la clausola di salvaguardia contro le importazioni di riso a dazio zero provenienti da Cambogia e Myanmar. E’ il primo atto concreto della protesta che i risicoltori itlaiani stanno conducendo ormai da giorni. Lo ha annunciato Roberto Carriere, direttore generale dell’Airi (Associazione industrie risiere italiane) durante il vertice cnvocato a Vercelli dal sindaco Maura Forte, con l’intervento dei massimi rapresentanti della filiera risicola e dell’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero.
Un summit per mettere a punto strategie e iniziative atte a salvare il riso made in Italy minacciato dalle importazioni selvagge dal Sudest asiatico.
Il documento è un tassello importante nella lunga battaglia che la risicoltura italiana sta combattendo su più fronti: in Italia e in Europa. Lo ha ricordato il sindaco di Vercelli che ha sentito a Roma il parlamentare vercellese Luigi Bobba, e a Bruxelles l’europarlamentare Alessia Mosca. Proprio a livello europeo Paolo De Castro, presidente uscente della commissione agricoltura al Parlamento di Strasburgo, ha sensibilizzato la Commissione. «Ma il vero problema – dice Paolo Carrà, presidente Ente Nazionale Risi – è rappresentato dalla tecnocrazia europea, incapace ad esempio di distinguere la differenza tra riso lavorato e semilavorato. Da parte nostra dobbiamo fare tutto il possibile per valorizzare il nostro made in Italy, a cominciare dalla tracciabilità per arrivare al marchio che ancora non è obbligatorio: basti pensare che su 250 aziende che lo lavorano o commercializzano soltanto 104 al momento lo utilizzano. In ogni caso giusto puntare sull’etichetta, ma serve anche promuovere il prodotto». L’assessore Ferrero: «La Regione solleciterà Governo e Parlamento ad approvare norme che regolamentino il commercio interno del riso, con particolare riferimento all’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine. Inolte chiederemo che si arrivi all’individuazione di un adeguato sistema di rintracciabilità, di sburocratizzare norme obsolete sulla coltivazione e la commercializzzione. Infine occorre realizzare un efficace sistema dei controlli a tutela anche dei consumatori».
Paolo Dellarole, presidente Coldiretti Vercelli e Consorzio Agrario Provinciale: «La grave situazione di crisi sta avendo anche conseguenze sui crediti delle banche, che chiedono garanzie reali e stanno chiudendo i rubinetti».
Tutti a una voce sola nel riaffermare l’urgenza di agire presto per bloccare le importazioni. Da Manrico Brustia e Lodovico Actis Perinetto (Cia), Giovanni Provera (riserie artgigiane), Paola Battioli (Confagricoltura Novara), Sara Paladini (assessore agricoltura Comune Novara).
Nella foto: un momento della riunione di Vercelli
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