Potrà cambiare la formula, da cooperativa a società per azioni, ma non sarà scalfito il Dna, quello del radicamento con il territorio. Questa, in sintesi, l’assicurazione arrivata dall’assemblea del Banco Popolare, i cui soci, riuniti a Novara e in videoconferenza a Verona e Lucca, hanno approvato il bilancio d’esercizio 2014. A ribadirlo sono stati tutti i componenti dei vertici del gruppo bancario, a cominciare dal presidente Carlo Fratta Pasini e dall’ad Pierfrancesco Saviotti. Sul rapporto banca-territorio, anche dopo la trasformazione prevista dal Governo, parla Alberto Mauro, responsabile della Divisione Banca Popolare di Novara: “Abbiamo una legge che ci obbliga alla trasformazione, ma per noi sarà doveroso riconfermare ciò che siamo sempre stati, cioè essere banca di prossimità del territorio e in questa fase di segnali di ripresa vogliamo essere protagonisti della svolta. Ci candidiamo a essere la banca di riferimento del Nordovest. La nostra intenzione è quella di creare una public company all’italiana con i soci che dovranno continuare ad avere la loro importanza e il loro ruolo. Il modello dell’azionariato diffuso e popolare, che è sempre stato un valore aggiunto, dovrà proseguire”.
Un occhio di riguardo continuerà per il settore agricolo. “Da un pezzo – prosegue Mauro – abbiamo capito che l’agroalimentare è per noi settore di vitale importanza, la banca è nata nelle risaie e ancora oggi l’agroalimentare che va da Pavia a Cuneo è fondamentale. Il 20 percento dei nuovi impieghi va in questa direzione e in particolare è finalizzato sa sostenere aziende e prodotti protagonisti dell’export”. (g. f. q.)
You must be logged in to post a comment Login