di Gianfranco Quaglia
Siamo probabilmente a una svolta nella battaglia che i risicoltori italiani (e tutti gli altri europei) stanno combattendo da anni per convincere l’UE a sospendere il regime tariffario preferenziale a favore dei PMA (Paesi meno avanzati) i quali possono esportare in Europa il loro riso a dazio zero, mettendo in crisi la risicoltura di casa nostra. La filiera risicola (produttori e trasformatori) chiede da tempo l’applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia e l’Ente Nazionale Risi era intervenuto stigmatizzando che in quei Paesi beneficiari i diritti umani erano calpestati. Di più: il massacro da parte della Birmania nei confronti della minoranza etnica musulmana Rohingya, dove si coltiva riso, faceva gridare all’indignazione. Coldiretti aveva parlato di “riso insanguinato” che arrivava in Europa. Proprio quella popolazione coltiva il riso che poi viene esportato nell’UE: il governo del Myanmar (ex Birmania), ha confiscato le terre, sterminato i contadini, costretto alla fuga i sopravvissuti, impossessandosi dei loro campi. L’import del prodotto verso l’UE è così aumentto del 736%.
Il deteriorarsi di quella situazione e l’inosservanza dei diritti umani anche in Cambogia ora sta spingendo l’Unione Europea a riconsiderare e probabilmente sospendere il regime commerciale preferenziale con i due Paesi. A comunicarlo è la commissaria Ue al commercio, Cecilia Malmstroem, a margine del consiglio informale sul commercio tenutosi a Innsbruck. Una delegazione andrà nel Myanmar per valutare la situazione con la “chiara possibilità di un ritiro” del trattato commerciale, così ha scritto la commissaria.
La decisione va incontro alle aspettative degli agricoltori italiani che forse non si attendevano un’accelerazione così veloce. Cecilia Malmstroem, insieme con l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, ha già notificato alla Cambogia l’avvio del processo di ritiro dell’accordo commerciale preferenziale con l’Ue. “Senza miglioramenti chiari e evidenti sul terreno dei diritti uimani – scrive Malmstroem – si arrivierà alla sospensione delle preferenze commerciali di cui attualmente gode il Paese”.
Nella foto: una risaia coltivata dia contadini Rohingya, massacrati dal Myanmar
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