Approvato a larga maggioranza (oltre il 99 per cento) il bilancio di esercizio 2016 di Banco Popolare di Novara e Banca Popolare di Milano, che si è chiuso con una perdita di 1,2 miliardi di euro. All’assemblea ordinaria, che si è svolta a Novara, hanno partecipato oltre 7 mila soci (poco più di mille i presenti). Era la prima assemblea della Spa dopo la fusione che ha dato origine al terzo gruppo bancario italiano (Banco BPM), presidente Carlo Fratta Pasini, ad Giuseppe Castagna. Bilancio in rosso, ma prospettive di ripresa entro il 2019 secondo il piano industriale varato negli scorsi mesi e come dimostrano i primi risultati del trimestre 2017, sottolineati da Castagna. Il futuro – ha aggiunto l’amministratore delegato – sarà caratterizzato da una forte attenzione al territorio, in equilibrio tra tradizione e innovazione e dalla capacità di “conciliare i soci piccoli e quelli grandi” come ha detto Fratta Pasini, rispondendo a uno degli interventi dei soci, Eraldo Pacetti, che aveva posto un quesito sulla partecipazione a livello strategico dei piccoli azionisti.
ll richiamo alla territorialità è stato uno dei temi dominanti degli interventi dei soci. Da Novara un forte appello al mantenimento delle radici. Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale: “Anche nei momenti più difficili il gruppo ha sempre mantenuto un rapporto con il territorio, ora abbiamo bisogno di una banca che non abbia le mani tremanti e sarebbe bello portarla nelle aziende per sentire l’umore e l’odore di chi produce”.
Paolo Usellini: “Ora Banco BPM potrà fare molto di più per i nostri territori perché , grazie alla scelta aggregativa coraggiosa, siamo più forti e pur essendo per così dire appena nati abbiamo una lunga storia alle spalle che è frutto di una esperienza di 150 anni come banche popolari.Mi pemretto richiamare l’attenzione del presidente e dell’ad sulle Fondazioni, cito la Fondazione Novara in quanto conosco bene il lavoro fatto in questi anni, questa ha svolto importanti attività che indirettamente hanno favorito l’attività commerciale”.
Su quest’ultimo punto non c’è stata risposta ma, poco dopo, in conferenza stampa, a una domanda di un giornalista, il presidente Fratta Pasini ha dichiarato: “Le Fondazioni sono inserite nello statuto, c’è un meccanismo di partecipazione agli utili. Il bilancio 2016 non consente questo tipo di implementazione, speriamo che i soldi precedenti durino; al momento non abbiamo preso alcuna decisione, se la situazione lo consentirà prenderemo in consdierazione questo aspetto”.
Su un possibile aumento di capitale, Castagna ha tagliato corto: “Non è previsto”. E sulla fusione: “Se non ci fosse stata, magari le due banche sarebbero state preda di gruppi stranieri. Il sostegno agli investimenti è nel nostro dna, anzi stiamo vedendo di creare uno soggetto nuovo dedicato. E siamo molto orgogliosi di poter conciliare piccoli e grandi azionisti”.
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