Avviso ai naviganti: risicoltori, il nuovo pericolo si chiama India

Avviso ai naviganti: risicoltori, il nuovo pericolo si chiama India

di Paolo Guttardifotoavvisi

Il pericolo viene dall’India

C’è forte preoccupazione dei risicoltori per la possibilità che l’Ue possa concordare con l’India un allargamento della lista delle varietà di riso Basmati semigreggio da importare, ancora una volta con livello zero di dazio. La consultazione pubblica che la Commissione europea ha lanciato sul Web ha riscosso grande fermento e interventi fortemente critici verso le nuove concessioni, con la richiesta di maggiore fermezza della Commissione. Confagricoltura insieme alle sue articolazioni territoriali, ha partecipato alla consultazione pubblica per esprimere la contrarietà a un provvedimento che rischia di far chiudere le aziende. Sono già nove le varietà di Basmati importate dall’India e le importazioni massicce di riso dai Paesi asiatici hanno già inciso fortemente sul crollo del prezzo del riso italiano. È sbagliato pensare che, siccome certi tipi di Basmati l’Italia non li produca, la loro importazione non influisca sul mercato. Ogni spostamento comporta una sovrapposizione e un calo dei prezzi. Senza contare che, sebbene limitate, anche in Italia esistono coltivazioni di riso lungo aromatico di varietà assimilabili al Basmati che verrebbero direttamente toccate dalle possibili maggiori importazioni agevolate.

Assicurazioni al collasso

Si rischia di far crollare un intero sistema, serve intervenire al più presto: l’appello dei Condifesa all’annuale incontro di Assisi è stato forte e determinato, con toni anche accesi e di contestazione verso i principali attori del sistema (Mipaaf e AGEA, in particolare). Il sistema che consente agli agricoltori di ottenere dall’Unione europea un parziale contributo su quanto speso per assicurare i beni e le produzioni delle proprie aziende sta continuando a mostrare in questi mesi tutti i suoi limiti. Questi contributi, di vitale importanza per gli agricoltori, tardano ad arrivare. Ci sono aziende che stanno ancora attendendo i fondi del 2015 e tra poco dovranno assicurarsi per il 2018. Lo stesso iter burocratico attraverso il quale è necessario passare per poter accedere ai contributi si è dimostrato inefficiente e non in grado di gestire la mole di dati pervenuti. Una situazione, questa, che mette in grossa difficoltà anche i Consorzi di Difesa, i quali rischiano di non essere più in grado di svolgere la loro preziosa attività di anticipo fondi a supporto delle aziende agricole.

Innovazione contro i furti di gasolio

L’innovazione delle aziende agricole passa anche attraverso i depositi-contenitori-erogatori del gasolio. La recente normativa ministeriale prevede, tra i vari aspetti, anche l’obbligatorietà di un bacino di contenimento al 110 % della capacità geometrica del serbatoio, per evitare pericolosi sversamenti nell’ambiente. Per dare una mano contro i furti di gasolio c’è la sonda che esegue il monitoraggio in tempo reale del liquido presente nel serbatoio e che può essere controllato a distanza, per esempio dallo smartphone.

 

You must be logged in to post a comment Login