di Paolo Guttardi
Risarcimenti e non “aiuti” per i danni dalla fauna selvatica
Cinghiali e caprioli prima, poi è arrivato anche il lupo, a provocare gravi danni alle coltivazioni e, nel caso del lupo, agli allevamenti di pecore e bovini. Definiti i criteri per il riconoscimento, la verifica e l’erogazione dei risarcimenti e risolto il nodo della disponibilità finanziaria, ecco l’ultimo ostacolo, il “de minimis”. La regola comunitaria secondo la quale gli aiuti pubblici erogati al di fuori delle regole comunitarie non possono superare determinati limiti nell’ultimo triennio. Una regola che però non vale se i danni si verificano nelle aree protette, come i Parchi, ecc. restano escluse dagli indennizzi tutte le aziende, e sono la stragrande maggioranza che sono al di fuori di tali zone, dalle quali peraltro provengono i selvatici e nelle quali tornano a rifugiarsi dopo le scorribande notturne. Occorre una modifica degli orientamenti comunitari, tenuto conto che le somme erogate dalle autorità pubbliche a tale titolo non sono “aiuti”, ma risarcimenti a fronte di danni effettivamente causati dalla fauna selvatica.
Ecco le grandinate sui vigneti indifesi
Dopo le gelate del mese di aprile, ecco le grandinate che hanno colpito vaste zone tra il basso Biellese e il Vercellese: vigneti e actinidieti hanno subito gravi danni. Mentre da parte sua il Ministero Politiche Agricole ha prorogato al 31 maggio la data ultima per la sottoscrizione dei certificati di adesione alle polizze collettive per le colture permanenti e quelle autunno-primaverili, allineando tale scadenza a quella già prevista per le colture primaverili, è partita dalle Organizzazioni agricole la richiesta di procedere urgentemente all’attivazione della deroga alle disposizioni del Dlgs 102/2004 al fine di permettere l’attivazione degli interventi compensativi post-evento previsti dal Fondo di Solidarietà Nazionale.
C’è infatti l’assoluta necessità di rimborsare direttamente dallo Stato agli agricoltori i danni subiti perché lo strumento assicurativo, indispensabile in casi come questi, non ha dato i risultati attesi. Burocrazia, errori gestionali e procedure informatiche non funzionanti tra PAI, Domanda di Sostegno e Domanda di Pagamento, hanno portato molte aziende a non riuscire a stipulare per tempo i contratti assicurativi. O, comunque, visto che si attendono ancora i pagamenti della campagna assicurativa 2015, a non vedere con favore questa opportunità.
Agea/Arpea messa in mora dai CAA
Il 35/40 % delle entrate di un’azienda risicola dipende dal corretto funzionamento delle procedure informatiche disposte dagli Organismi pagatori regionali e nazionali. Da qui l’allarme che i CAA lanciano nei confronti delle Autorità preposte: nell’ordine, Mipaaf, Agea ed Arpea, in conseguenza delle difficoltà operative che si incontrano nella validazione dei Fascicoli con la nuova procedura grafica. Da essa dipende infatti la possibilità di presentare non solo la Domanda Unica, ma anche quelle del PSR (produzione integrata, compost, fossetti, ecc) ed i PAI, piani assicurativi individuali, entro le scadenze previste seppure prorogate. Si rende necessario quindi una radicale e rapidissima semplificazione e miglioramento delle procedure. Mettendo le mani avanti, i CAA declinano, nel caso non riuscissero a presentare le pratiche nei termini, ogni responsabilità nei confronti delle aziende mandatarie.
You must be logged in to post a comment Login