di Paolo Guttardi
Riforma Pac al via
E’ ai nastri di partenza l’operazione “domanda Pac 2015”, da presentare, in contemporanea alla domanda di fissazione dei titoli, all’organismo pagatore entro il termine (prorogato) del 15 giugno 2015. Lo scorso 19 marzo il Ministerodelle Politiche Agricole ha trasmesso alla segreteria della Conferenza Stato Regioni il terzo decreto sulla riforma Pac, recante “ulteriori disposizioni relative alla semplificazione della gestione della pac 2014 – 2020.
Sulla base di quanto previsto dallo schema del decreto, l’Agea Coordinamento ha provveduto ad emanare quattro circolari applicative e relative a:
1) la prima assegnazione dei titoli e la ricognizione preventiva (Aciu.2015.139);
2) L’agricoltore in attività (Aciu.2015.140);
3) Il piano di coltivazione (Aciu.2015.141);
4) Le informazioni da indicare nella domanda unica per la campagna 2015 (Aciu.2015.142).
Da subito verranno attivati i servizi sul SIAN per la gestione della Ricognizione preventiva.
Imu agricola
E’ stata approvata definitivamente il 19 marzo con la conversione del decreto legge n.4 del 2015, l’Imu agricola, che ha rideterminato i criteri di esenzione dal versamento dell’Imu sui terreni montani e parzialmente montani, prorogando ulteriormente il termine per il versamento dell’imposta dovuta per l’anno 2014. La legge è stata pubblicata il 25 marzo in Gazzetta Ufficiale. Tuttavia sono ancora molte le polemiche sui criteri utilizzati per calcolare l’importo dell’imposta.
Credito in agricoltura
Ad oggi gli impieghi creditizi sull’agricoltura ammontano a più di 44 miliardi di euro, con un trend crescente negli ultimi dieci anni; ma dal 2012 al 2014 la crescita è stata molto bassa, quasi stagnante, non superando l’1%.
C’è la necessità di dare vita ad un sistema più semplice e più snello soprattutto nei riguardi degli strumenti di garanzia pubblica, ma c’è soprattutto l’esigenza di creare prodotti dedicati, accompagnati da servizi di assistenza e consulenza più specializzati, cioè più vicini alle esigenze del’impresa nell’affrontare le problematiche di un mercato che negli ultimi anni è uscito dai confini nazionali.
Alcuni strumenti finanziari come il leasing o il factoring, più utilizzati in altri settori, hanno trovato finora scarso successo in agricoltura, ma anche il “private equity”, il cui limitato uso è legato alla scarsa presenza di società di capitali. Ma stesso discorso vale per i “mini bond” o per altri strumenti finanziari di cartolarizzazione.Una via da proseguire è quella delle Reti di Impresa.
D’altra parte è sufficiente riflettere sui PSR che dal 2015, per il solo settore agricolo, metteranno a disposizione 10,4 miliardi di euro, sostanzialmente erogati come contributi in conto capitale. Questo significa che nei prossimi 6 anni di programmazione il sistema produttivo dovrà reperire altrettante risorse, che probabilmente avranno una provenienza bancaria
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