di Paolo Guttardi
In pericolo la funzione sociale svolta dai Patronati
La Legge di Stabilità 2016, il cui testo arriva in aula di Montecitorio martedì 15 dicembre, contiene misure di primaria importanza per il mondo rurale. L’esenzione dell’Imu sui terreni agricoli e la soppressione dell’Irap per le imprese con reddito agrario, sono i risultati delle dure battaglie vinte da Confagricoltura e una boccata d’ossigeno per gli imprenditori. Il rovescio della medaglia della Legge sono, però, i pesanti tagli previsti dal Governo per l’assistenza fiscale, garantita da Caf e patronati. La Legge di Stabilità interviene – per il secondo anno consecutivo – sul fondo destinato ai patronati con un taglio ipotizzato di 28 milioni di euro (invece che 48 milioni come prevedeva la precedente stesura, meno drastico grazie al lavoro di Confagricoltura), che va a sommarsi ai 35 già attuati per un totale di 63 milioni di euro in due anni. La “scure” governativa si abbatterà anche sui bilanci dei Caf, con in discussione un taglio di 40 milioni per il 2016 invece che di 100. In particolare i tagli rischiano di compromettere la funzione sociale svolta dai Patronati. La rimodulazione dei servizi per effetto dei tagli andrebbe a colpire i ceti più fragili: stranieri, anziani e disoccupati che senza la nostra consulenza – in vari casi assolutamente gratuita – sarebbero in gravi difficoltà ad affrontare materie così complesse ed esercitare diritti di cui spesso ignorano l’esistenza.
SISTRI: gli adempimenti da non dimenticare
Quali adempimenti sono in capo all’impresa agricola per la gestione dei rifiuti pericolosi, con particolare riferimento alla disciplina SISTRI per il settore agricolo, anche in relazione al fatto che gli organi di controllo hanno iniziato a verificare gli adempimenti relativi al sistema di tracciabilità dei rifiuti?
Il Dm 24 aprile 2014 ha previsto, per quanto concerne il settore agricolo, l’esclusione dall’obbligatorietà ad aderire al SISTRI dei seguenti soggetti: enti e imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti da attività agricole e agroindustriali con meno di 10 dipendenti; enti e imprese di cui all’art. 2135 del codice civile che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta, indipendentemente dal numero di dipendenti.
Pertanto, rimangono soggetti al Sistri le imprese agricole con più di 10 dipendenti che non conferiscono i loro rifiuti pericolosi a “circuiti organizzati di raccolta”. Su questo aspetto Confagricoltura evidenzia che è stata registrata la prima sanzione, ad opera dei NOE.
DAL 2016 l’erba medica è una coltura?
Dalla prossima campagna agraria 2015/2016 (domanda Pac 2016), l’erba medica coltivata “in purezza” o miscelata esclusivamente con altre leguminose non è considerata come una “pianta erbacea da foraggio”, ma come una “coltura” facente parte del sistema di rotazione dell’azienda.
Questo cambiamento di classificazione dell’erba medica significa che un’azienda con sola erba medica non rispetta automaticamente il greening, come era nel 2015, ma deve rispettare la diversificazione ovvero praticare le 2 o 3 colture. Questo cambiamento genera una notevole difficoltà alle aziende specializzate nella produzione di erba medica, soprattutto quelle che destinano il foraggio all’essiccazione o alla disidratazione.
Le nuove linee guida della Commissione europea, adottate a luglio 2015, infatti hanno modificato l’interpretazione della normativa, creando notevoli differenze tra il 2015 e il 2016 e anni seguenti. Nel 2015 l’erba medica è stata classificata come:
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un “seminativo” fino al 5° anno dall’impianto;
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un “prato permanente”, quando supera il 5° anno consecutivo dall’impianto.
Quanto sopra ha avuto effetti differenziati circa l’obbligo del Greening.
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