di Paolo Guttardi
Tecniche ottimali per il sovescio in risaia
Il sovescio, tecnica antica per incrementare la fertilità del terreno, è stato introdotto per la prima volta in risaia con le Misure agroambientali del 1992 (reg Ue 2078); ultimamente ha trovato un incentivo a se stante nei PSR 2014-2020 delle Regioni Piemonte e Lombardia.
Tuttavia, affinchè la sua realizzazione si traduca effettivamente in una utilità per la risaia, occorre seguire regole agronomiche ben precise, che riguardano la dose di seme, la specie più adatta e l’epoca di interramento. Regole che l’Assessorato agricoltura ha codificato in una sua circolare. In particolare ha specificato che, per l’operazione 10.1.2, la coltura da sovescio deve essere mantenuta almeno fino alla fine di febbraio, invece per le operazioni 10.1.1 e 10.1.3, tenuto conto dei tempi di preparazione del terreno, la coltura da sovescio deve essere mantenuta in campo almeno fino al 10 marzo.
Biogas, spazio ai minimpianti
Con una potenza installata di circa 1.200 MegaWatt, l’Italia è uno dei principali produttori di biogas in agricoltura. Quarta nel mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti. Passata l’era dei grandi impianti alimentati con colture ad hoc e sottoprodotti, sta emergendo un notevole interesse da parte delle aziende agricole zootecniche verso la realizzazione di impianti di biogas di piccole dimensioni (al massimo 50 Kw di potenza elettrica). I vantaggi ambientali sono innegabili. Per questo Confagricoltura Piemonte ha chiesto che questo tipo di impianto sia inserito nella griglia degli investimenti finanziabili dalle operazioni 4.1.1 e 4.1.2 i cui bandi sono di imminente apertura.
Corso per i periti estimatori
La stima dei danni da avversità atmosferiche all’uva da vino, al mais, al pomodoro, all’actinidia e al riso richiede professionalità e competenza, considerato che non c’è solo la classica grandine, ma anche tutte le altre avversità previste dal Piano Assicurativo agricolo nazionale 2017. Per questo ha avuto successo il terzo corso per periti estimatori che si è svolto a Vercelli, presso l’Istituto tecnico agrario.
Ma su tutto questo c’è un’ombra, l’attuazione pratica del PAAN, ora entrato nella Gestione del Rischio del PSRN, la cui risoluzione, nonostante i proclami ottimistici di ASNACODI e di AGEA, sembra assai lontana. A tal fine il Condifesa Due, proprio in occasione del corso ha lanciato l’allarme. O si cambia registro o il sistema implode.
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