di Paolo Guttardi
Quale tracciabilità per il riso Classico ?
La serie TV “CSI-scene del crimine”, con le sue diversi spin off (Los Angeles, Miami, ecc), arriva nelle risaie. Le tecniche di laboratorio più sofisticate, come l’analisi del DNA, secondo alcuni proponenti avrebbero potuto essere usate per identificare le esatte varietà nel percorso di coltivazione, trasformazione e commercializzazione dei risoni e dei risi destinati ad essere venduti con la denominazione aggiuntiva “classico”, come previsto dalla recente legge sul mercato interno del riso. Questo in alternativa (o in sostituzione) della certificazione-tracciabilità e segregazione delle partite basate sulla evidenza documentale e che vede nell’Ente Risi il supporto fondamentale. Una ipotesi futuristica che è stata accantonata. D’altra parte, il protocollo di tracciabilità basato sulle denunce di superficie e di produzione e di utilizzo delle sementi certificate, consente un maggior monitoraggio del mercato del prodotto “classico”.
Si recupera sul PSR
La Regione Piemonte recupera il tempo perso sul PSR 2014-2020 e mette in cantiere nuovi bandi per il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole. Questa volta obiettivo dell’Operazione 4.1.3 è anche la lotta ai gas serra ed in particolare alle emissioni di ammoniaca nell’atmosfera. I finanziamenti sono rivolti all’ottimizzazione delle strutture di allevamento degli animali e di stoccaggio degli effluenti zootecnici e dei digestati, nonché alla dotazione di attrezzature, impianti e macchinari per la gestione degli effluenti e digestati medesimi e la loro distribuzione in campo per l’utilizzo agronomico.
La bozza del bando prevede la scadenza per la presentazione delle domande al 31/12/2017. Intanto la Regione Piemonte ha prorogato al 31 ottobre la scadenza per le domande sull’operazione 4.1.1 (investimenti nelle aziende agricole).
Luci ed ombre per l’assicurazione agevolata
Dal Regolamento “omnibus”, per il quale nei giorni scorsi è stato raggiunto l’accordo politico nell’ambito del trilogo (Commissione europea, Consiglio del Ministri e Parlamento europeo) arrivano alcune luci che dovrebbero rimettere in pista la difesa assicurativa contro le avversità atmosferiche. In sintesi sono: abbassamento della soglia solo al di sopra della quale scatta il risarcimento, dal 30 attuale al 20 per cento; incremento del contributo pubblico dal 65 al 70 % della spesa ammessa. Anche nel prossimo PAAN 2018 c’è un miglioramento, con la possibilità di optare per la “birischio” (es grandine e vento forte). Tutto bene, ma le buone intenzioni devono essere accompagnate dai fatti: se il tutto si inchioda davanti all’interscambio difettoso dei dati tra il sistema informatico piemontese e quello nazionale, siamo al punto di partenza. Come è successo per il 20 % dei certificati campagna 2015 tutt’ora bloccati. Oppure se gli annunci non sono seguiti dalle cose concrete, come la polizza sulla perdita dei ricavi per il frumento tenero, che meriterebbe una puntata di “Chi l’ha visto”.
Paglia e smog
Le vicissitudini climatiche stanno aggravando la qualità dell’aria. E così ritorna agli onori della cronaca la questione della bruciatura delle paglie. Pratica un tempo diffusa nel triangolo del riso, ma che oggi è ridotta a pochi casi sporadici, anche grazie alla maggior diffusione dei trinciapaglia nelle mietitrebbie. Merita ricordare che nella provincia di Vercelli vige il “Regolamento per l’abbruciamento di stoppie e residui vegetali”, che è stato in ultimo modificato nel 2012.
Il mondo agricolo è cosciente che la pratica della bruciatura delle paglie è dannosa all’ambiente e all’aria e che deve essere gradualmente sostituita con pratiche meno impattanti dal punto di vista ambientale ed a tutela della pubblica incolumità, sostenendo contestualmente misure di accompagnamento finanziario. Gli interventi strategici per il risanamento dell’aria in attuazione del recente “accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria nel Bacino padano”, dovranno essere coordinati tra città e campagna e tra territori appartenenti a Regioni diverse e soprattutto scaturire da un confronto con gli agricoltori.
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