I soci del Banco Popolare che si riuniscono per l’esame e l’approvazione del bilancio 2013 guardano già al futuro. A quel piano industriale, approvato un mese fa nell’assemblea straordinaria che ha approvato anche l’aumento di capitale (1,5 miliardi) e che dovrebbe portare nel giro di tre anni il gruppo a una svolta e a un utile consistente. L’assemblea si svolge a Verona, ma altre quattro sedi sono collegate in videoconferenza: Novara, Lodi, Lucca e Modena. Si prevede che i votanti possano essere oltre dodicimila.
In questo contesto la Banca Popolare di Novara, con i suoi 550 sportelli concentrati nel Nordovest, nel Centro, Sud Italia e Isole, rappresenta il «core business» di questo sistema bancario nato dalla fusione di più banche. Ne è consapevole il direttore generale della Divisione, Alberto Mauro, che punta sul forte radicamento con il territorio e la tradizione, mentre intravede primi segnali di ripresa economica. Quando si parla di tradizione e storia l’attenzione si focalizza su un comparto che proprio nel Nordovest è prevalente: l’agricoltura. «Nel piano industriale – dice Mauro – è stato ribadito che punto fondamentale sarà proprio il settore agricolo, il quale nei prossimi anni subirà trasformazioni molto significative. Questi cambiamenti dovranno essere accompagnati sotto il profilo finanziario: il supporto sarà fondamentale. La Divisione BpN ha un vero e proprio progetto con direttrici precise trasmesse alle filiali che dall’Oltrepo Pavese al Colle di Tenda sono su un territorio con produzioni d’eccellenza nell’agroalimentare. Nel settore risicolo, ad esempio, c’è molta attenzione per essere a fianco degli agricoltori che dovranno affrontare i cambiamenti della nuova Pac. Tutto il comparto è in grande evoluzione, pensiamo solo al volano che sta creando il mondo Eataly. Stiamo appoggiando aziende e giovani che riconvertono le loro attività specifiche, dalla risicoltura alla frutticoltura sino al distretto della birra artigianale piemontese di grande qualità».
La grande crisi degli ultimi anni ha significato anche difficoltà nell’accesso al credito di tutte le banche in generale. Il «Credit crunch» è riassunto in queste cifre: nel 2008 i finanziamenti alle imprese agricole ammontavano a 2,7 miliardi; nel 2013 sono scesi a 2,2 miliardi. E nell’ultimo trimestre 2013 il credito agrario in Italia ha subito un taglio del 20%.
Ma quando Alberto Mauro parla di luci e segnali positivi fa riferimento alla situazione della Banca Popolare di Novara: «Nel primo bimestre 2014 abbiamo erogato 100 milioni di nuovi finanziamenti al mese alle imprese (+30%) e 50 (+25%) alle famiglie. Se questo trend sarà confermato nei prossimi mesi direi che siamo di fronte a dati molto importanti. Circa il 20 per cento di questi crediti sono diretti al modo dell’agricoltura. Tra l’altro stiamo finanziando molti progetti di energia rinnovabile, soprattutto nel campo dell’idroelettrico, finalizzati a mini impianti sui canali».
Gianfranco Quaglia
You must be logged in to post a comment Login