“Una grave sconfitta per la libera impresa in Italia. E’ stato, così, bloccato un settore in forte crescita, trainato soprattutto dai giovani agricoltori”. Questo il primo commento del presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dopo il voto “con il quale il Governo colpisce la parte più pregiata del comparto agroindustriale della canapa da estrazione, basato sulla produzione di derivati da cannabidiolo (Cbd), utilizzati per impieghi che sono ampiamente riconosciuti dalla normativa europea: dalla cosmesi all’erboristeria, dagli integratori alimentari al florovivaismo”.
Secondo Cia-Agricoltori Italiani “in questo modo se ne va letteralmente in fumo la filiera dei produttori di canapa legale, che conta migliaia di posti di lavoro e circa 500 milioni di euro di fatturato annuo. La decisione -presa in piena notte- è frutto di pregiudizi ideologici ed è il risultato di un mancato dialogo da parte del Governo con gli operatori del settore con il Governo, malgrado i proclami di questo esecutivo di non voler disturbare chi vuole fare e non ostacolare le imprese italiane che creano ricchezza”.
Il provvedimento arriva in un periodo in cui la produzione è in pieno campo, con il rischio per gli agricoltori di non poter vendere il frutto del proprio lavoro, legale, tracciato e controllato dalle stesse forze dell’ordine. “Molti acquirenti – prosegue la nota di Cia – in un contesto di scarsa chiarezza dal punto di vista giuridico, stanno disdicendo gli ordini con gravi danni per gli agricoltori. Ancora una volta gli agricoltori, di concerto con gli altri settori della filiera, saranno costretti a faticosi e costosi ricorsi in sede giuridica pur di vedersi riconosciuti diritti previsti dalle normative comunitarie”.
“Gli sforzi della filiera italiana della canapa industriale, che coltiva le sole varietà ammesse a livello europeo, quelle a basso contenuto di THC volte a valorizzare tutte le parti della pianta (semi, fibre e infiorescenze), vengono vanificati dall’approvazione dell’emendamento al Ddl Sicurezza nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera”.
Così Confagricoltura, che già nelle scorse settimane aveva espresso preoccupazione per la proposta di emendamento che vieta la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa a basso contenuto di THC.
L’approvazione dell’emendamento penalizza un comparto solido in Italia, che vede una forte presenza di imprese giovanili – afferma Confagricoltura – che ora rischiano di perdere competitività in un mercato internazionale dinamico. Paesi come Germania, Austria, Spagna, Belgio, Estonia, Francia, ad esempio, stanno investendo in maniera importante sulla canapa nella filiera alimentare (semi/proteine), in quella tessile (fibra) e da costruzione (canapulo).
L’approvazione dell’emendamento rappresenta quindi un duro colpo al Made in Italy agroindustriale, peraltro in un momento in cui gli imprenditori hanno avviato le nuove produzioni o programmato investimenti importanti.
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