Vale circa 538 miliardi di euro l’intera filiera agro-alimentare, dai campi agli scaffali, alla ristorazione e all’horeca (hotellerie-restaurant-café) pari al 25% del Pil.
Per approfondire l’impatto della recente pandemia si è tenuto, in un nuovo format digitale, il Food & Made in Italy Summit organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con 24 ORE Eventi. .
Moderatrice la giornalista del Sole 24 Ore Micaela Cappellini, si è iniziato con l’intervento di Paolo De Castro, Coordinatore S&D Commissione Agricoltura Parlamento europeo: “La Politica agricola comune è uno dei capitoli legislativi più importanti del New Green Deal, il progetto lanciato dalla Commissione Ue per traghettare l’Europa verso l’abbattimento delle emissioni gassose nocive e contribuire concretamente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Ma per integrarsi e risultare efficace nel quadro del Green Deal, con le sue declinazioni strategiche ‘Farm to Fork’ e ‘Biodiversity’ questa politica sarà perfezionata e riformata nei prossimi due anni, per entrare in vigore nel 2023.”.
E’ stato quindi affrontato il tema della crescita sostenibile nel comparto agricolo. “Reale Mutua è storicamente legata al mondo dell’agricoltura, e fin dalle sue origini lo protegge con soluzioni assicurative dedicate. Oggi questo mondo è attraversato da profondi cambiamenti e ha di fronte a sé nuove sfide a cui è importante poter dare nuove risposte” – ha dichiarato il Vice Direttore Generale di Reale Mutua Andrea Bertalot,– “Con AGRIcoltura100, l’iniziativa che abbiamo lanciato insieme al nostro partner storico Confagricoltura, andiamo ad ascoltare e mappare in modo strutturato i nuovi bisogni delle imprese agricole per sviluppare soluzioni innovative con cui continuare a proteggerlo con efficacia”.
“Confagricoltura da sempre crede nell’innovazione finalizzata a un modello di sviluppo sostenibile, capace di valorizzare la qualità del prodotto, il capitale umano che c’è dietro e il patrimonio ambientale che rappresenta. Le imprese che per prime hanno investito in questa sfida sono diventate simbolo dell’agricoltura di oggi, capace di rispondere alle sempre maggiori attese da parte dei consumatori” ha sottolineato il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. “
Sostenibilità significa anche riduzione degli sprechi di cibo, filiere corte, packaging sostenibile, macrotemi tra più attuali per il settore: se ne è parlato con Giorgia Palazzo, Partner Expense Reduction Analysts, che ha offerto un quadro delle tendenze e delle proposte che stanno influenzando il mercato attuale e futuro, evidenziando che “il binomio innovazione e sostenibilità è un componente essenziale sia per la ripresa che per la valorizzazione del Made in Italy. La tecnologia è sempre più matura e meno costosa ed il mercato è sempre meno disposto a venire a compromessi sui temi di responsabilità sociale; il vero costo per le aziende è scegliere di non innovare e rischia di essere un costo altissimo”.
Claudia Merlino, Direttore Generale Cia Agricoltori Italiani: “L’emergenza Coronavirus e, in particolare, le restrizioni per arginarne la diffusione, hanno riportato l’attenzione sull’importanza dell’agricoltura e dell’agroalimentare, non solo quali settori produttivi essenziali alla sussistenza, ma anche strategici per l’economia del Paese. In tale contesto, si è andata rafforzando la centralità del cibo Made in Italy”.
Il focus del Food & Made in Italy Summit si è quindi spostato sul ruolo del packaging per una distribuzione alimentare sostenibile: a discuterne sono stati Stefano Lazzari, Consigliere Pro Food Italia, Ceo Sirap Group, Marco Omboni, Consigliere Pro Food Italia, Sales and Marketing Manager Isap Packaging, e Nicola Ballini, Consigliere Pro Food Italia, General Manager ILIP.
“La supply chain degli imballaggi, in particolare di quelli plastici, ha garantito nel periodo di lockdown la filiera agroalimentare senza rotture di stock adattando le proprie capacità produttive con picchi che nel mese di marzo hanno raggiunto anche il +40% con inevitabili e puntuali flessioni dei mesi successivi” ha sottolineato Stefano Lazzari, Consigliere Pro Food Italia, Ceo Sirap Group.
Marco Omboni, Consigliere Pro Food Italia, Sales and Marketing Manager Isap Packaging, ha invece evidenziato che “l’emergenza Covid ha messo in luce la necessità di valutare prodotti e materiali in chiave di sostenibilità globale, con particolare attenzione alla sicurezza del consumatore e con dati oggettivi alla mano: rispetto ad un approccio del genere, gli imballaggi monouso in plastica per alimenti hanno e avranno ancora molto da dire”.
“La Plastic Tax mette a rischio 3.000 aziende, con 50.000 dipendenti e 12 miliardi di fatturato” ha dichiarato Nicola Ballini, Consigliere Pro Food Italia, General Manager ILIP. “La plastica e gli imballaggi plastici in particolare, hanno bisogno di supporto per l’evoluzione che devono affrontare verso l’economia circolare; la Plastic Tax toglie ossigeno al settore e ne impedisce lo sviluppo, indebolendo il tessuto industriale nazionale”.
Con l’Amministratore Delegato di Fiere di Parma Antonio Cellie è stato approfondito il ruolo delle fiere di settore per il rilancio del comparto: “Cibus è l’osservatorio e la piattaforma marketing di riferimento per il Made in Italy Agroalimentare grazie al quale Federalimentare riesce ad interpretare e – ove possibile – orientare la domanda del mercato internazionale. Dopo il Covid19 si delineano nel mondo mutamenti strutturali dei comportamenti di consumo alcuni dei quali favorevoli alla nostra offerta Food&Beverage” ha dichiarato Cellie. “Di questo si parlerà Cibus Forum il 2 e 3 settembre prossimi e ovviamente a Cibus il 4-7 maggio 2021”.
I lavori del Summit sono quindi proseguiti con una tavola rotonda dedicata alle incognite ed alle nuove opportunità di mercato della Wine economy: nel dibattito, moderato dal giornalista del Sole 24 ORE Giorgio Dell’Orefice, sono intrervenuti Luca Brunelli, membro della Giunta Cia Agricoltori Italiani con delega al settore vitivinicolo, SimonPietro Felice, Direttore Generale di Caviro, e Ettore Nicoletto, Vicepresidente di Federvini.
“Il settore vitivinicolo italiano è uscito dal lockdown, fortemente colpito. Lo stress test dell’emergenza Coronavirus, lo ha messo dinanzi a problematiche contingenti come il blocco delle attività e, in particolare, dell’Horeca (Hotel, ristoranti, caffè) – canale che per il comparto vale al consumo 6,5 miliardi di euro l’anno -, e lo stop agli spostamenti che ne hanno congelato l’export e, quindi, un capitale da 6,4 miliardi di euro” ha sottolineato Luca Brunelli, membro di Giunta Cia-Agricoltori Italiani con delega al settore vitivinicolo.
“Mai come nell’emergenza Covid il Gruppo Caviro e il sistema Cooperativo a cui fa capo hanno dato prova di vigore e solidità confermando la validità e modernità del nostro modello di filiera a 360°” ha dichiarato il Direttore Generale di Caviro SimonPietro Felice. “I clienti hanno apprezzato la continuità delle forniture e la capacità di adattamento alle loro richieste. I produttori hanno toccato con mano la resilienza dei loro consorzi cooperativi e la garanzia di reddito assicurato. Questo grazie anche ai principi di economica circolare e sostenibilità che il Gruppo ha messo in atto negli ultimi 50 anni, da noi nulla va sprecato”.
Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, intervistata da Micaela Cappellini: “L’agricoltura italiana nel corso del lockdown ha dimostrato la propria centralità. Ora tocca riconoscerlo e non dimenticarlo. L’Italia la propria parte l’ha fatta ora tocca all’Europa” ha detto. “Il Governo ha riconosciuto la centralità dell’agricoltura stanziando all’interno del decreto Rilancio 1.150 milioni a favore del settore – ha spiegato la Bellanova -. A queste risorse vanno aggiunti i 460 milioni destinati all’esonero contributivo per sei mesi dei lavoratori del florovivaismo, della zootecnia, dell’apicoltura e delle birre artigianali. Ora un analogo riconoscimento deve venire dall’Europa che sia in sede di riforma Pac che nell’implementazione della strategia del Green Deal deve riconoscere il ruolo che gli agricoltori svolgono a favore della sostenibilità con risorse aggiuntive”.
Nel corso del Forum la ministra ha parlato anche della crisi del settore della ristorazione. “Ho promosso un incontro con il ministro Patuanelli e con i rappresentanti del settore a cominciare dall’Associazione Cuochi – ha detto ancora la Bellanova -. Si tratta di un lavoro interministeriale anche perché la ristorazione non rientra nel perimetro del mio dicastero, tuttavia mi stanno a cuore le sorti del settore horeca perché ne conseguono ricadute inevitabili sulla filiera agroalimentare”.
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