Ha scritto Albert Einstein: se scomparissero le api la nostra vita non durerebbe più di quattro anni. Forse l’abbiamo capito troppo tardi, ma sicuramente si è iniziata la corsa contro il tempo per evitare una catastrofe planetaria, in altre parole mancanza assoluta di cibo. Perché questi insetti sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali. Basti pensare che delle cento colture da cui dipende il 90 per cento della produzione globale del nostro sostentamento 71 sono legate al lavoro di impollinazione. Primo nemico delle api, come si sa, è l’inquinamento insieme con il riscaldamento globale. Insomma, il clima impazzito dovuto all’incuria umana. Per questo si sta correndo ai ripari e assistiamo a più iniziative, che danno il senso della consapevolezza e della prevenzione. Una delle più note industrie alimentari, la Igor Gorgonzola, di Cameri (Novara), ha inaugurato un nuovo sito di arnie presso lo stabilimento centrale che guarda alla Valle del Ticino. Il progetto, denominato “Bee-Friendly”, vuole richiamare l’attenzione sulla crescita sostenibile e l’impatto ambientale. Dalla Lombardia arriva invece un’altra proposta: si chiama “3Bee”, azienda agri-tech che sviluppa sistemi di monitoraggio e diagnostica per il benessere delle api. Questa startup, che si è sviluppata in un incubatore del Politecnico di Torino, ha lanciato l’iniziativa “Adotta un alveare” e invita i consumatori a sentirsi parte attiva del processo produttivo, incidendo così sulla salvaguardia delle api. Sono già state coinvolte 55 aziende in tutta Italia, oltre 850 mila api, 150 apicoltori e impollinati 1,5 milioni di fiori. Numeri in crescita, che fotografano un progetto destinato ad allargarsi e che consente, a partire da un minimo di 12 euro annui a salire, di assicurarsi il miele poi recapitato a domicilio. Ma soprattutto di seguire tutto il processo produttivo, monitorato da sensori e comunicato in tempo reale, con un coinvolgimento quasi immersivo nel lavoro delle api.