Anni Ottanta, aeroporto militare di Cameri (Novara). Il maresciallo Adornino Scacchi, abruzzese trapiantato al Nord, deve svolgere operazioni di manutenzione della base da dove si alzano in volo gli F 104. Il compito di quel giorno è sistemare e bonificare una baracca che in passato era stata utilizzata dagli americani. E’ ormai in disuso, il comando ha deciso di eliminarla. Adornino, detto Nino, si mette all’opera ma subito si arresta di fronte a uno sciame di api che ha scelto quella baracca per trasformarlo in casa stabile. Sarebe facile chiamare i vigili del fuoco della base, distruggere il tutto, ma il maresciallo ha una intuizione:salviamo quelle api. Non sa ancora che cosa ne farà, ma sente che quello sciame è come se gli appartenesse da sempre. Insomma, lo raccoglie e lo sistema in un contenitore di fortuna e se lo porta a casa, a Oleggio, dove vive con la moglie Carla Apostolo.
Strada per Malpensa, via per Gallarate. Sono trascorsi più di quarnat’anni da quella mattina. Il risultato di qwuello sciame è lì da vedere: una delle più grandi aziende di apicoltura d’Italia. Nel periodo intercorso fra gli Ottanta e il terzo Millennio Nino Scacchi ha cambiato vita e obiettivi. <Di api e miele – confessa oggi – non sapevo proprio nulla, mio suocero mi ha impartito i primi insegnamenti. E sono partito, mi sono appassionato, ho approfondito la materia e una volta andato in pensione, con mia moglie mi sono dedicato alla nuova attività>.
Oggi l’azienda Scacchi-Apostolo dispone di 4 mila alveari e se pensiamo che ciascuno di essi ha una potenzialità di 60-70 mila api, i conti sono presto fatti. Qui si parla di milioni e milioni di esemplari che producono quintali di miele, in parte venduto al dettaglio nella sua azienda associata a Coldiretti, in parte indirizzato all’industria. All’inizio era un piccolo lboratorio nello scantinato, via via gli impianti sono cresciuti, sino a realizzare capannoni di stoccaggio e refrigerazione, reparto smielatura, una lavorazione quasi a ciclo continuo. Il miele tuto made in Italy è di castagno, tiglio, rododendro, millefiori. Scacchi diversifica inseguendo le fioritura con la pratica del nomadismo: trasferisce centinaia di alveari in altre zone vocate, ai piedi della Alpi del Piemonte e della Lombardia. In questa attività non è solo: le dimensioni dell’azienda sono tali che ha dovuto pensare anche alla manodopeora specializzata. <Difficile trovarla all’inizio – racconta – perché le api richiedono un’attenzione continua, non si fermano per il weekend. E allora siamo andati all’estero, soprattutto in Polonia dove esiste un liceo apistico da cui escono ragazzi preparati e motivati>. Nell’azienda Scacchi-Apostolo, quando è stagione di raccolta e smielatura, lavorano dodici giovani dipendenti che arrivano dall’Est.
L’ex maresciallo è uno dei punti di rifeirmento dell’apicoltura italiana, costretta a lottare contro la concorrenza. Scacchi èstato anche responsabile di Aspromiele Piemonte, ha condotto battaglie contro l’utilizzo di neonicotinodi usati nella concia del mais e rivelatisi nocivi e letali per le api. Lui le api non solo le difende, ma le ama. Apre gli alveari e indica le regine in mezzo ai fuchi: poi le sfiora con la mano, le accarezza, orgoglioso e tenero come fossero figlie.
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