“Siamo stati a Bruxelles, in maniera pacifica, perché siamo la più grande organizzazione agricola europea ed abbiamo il dovere di trasformare le proteste in proposte concrete, affinché non vengano strumentalizzate per interessi lontani da quelli dei nostri agricoltori” . Così Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, titolare dell’azienda risicola “La Mondina” di Casalbeltrame (Novara). Prosegue: “Chiediamo ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard di qualità. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Importante la deroga, ma serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac) per invertire la rotta rispetto alle follie dell’Ue poiché non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare, come sosteniamo da anni”.
“In occasione della crisi Ucraina – continua avevamo ottenuto una deroga, la nuova bozza di deroga che la Commissione sta proponendo va corretta perché contiene troppi vincoli. È ora che l’obbligo venga eliminato definitivamente. Le future istituzioni Ue devono iniziare fin da subito a riflettere su come adattare la prossima Pac alle rinnovate esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole nel nuovo scenario internazionale che richiede all’Unione Europea di sostenere la propria capacità produttiva nell’agroalimentare. Le sfide attuali e quelle future impongono scelte ambiziose in termini di bilancio dell’Unione che dovrà riconoscere il ruolo centrale del settore agroalimentare – proseguono – se vogliamo mirare ad una sempre maggiore sovranità alimentare a livello europeo per garantire cibo sicuro per i nostri cittadini. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato. Non ci può essere più spazio per politiche ideologiche che hanno penalizzato i nostri agricoltori”. “L’Europa – concludono – deve investire nella propria autosufficienza alimentare, respingendo modelli omologanti come quelli del cibo artificiale e riconoscendo il ruolo di presidio dell’ambiente che le imprese agricole svolgono ogni giorno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori”.
Folta la delegazione Coldiretti piemontese alla protesta di Bruxelles. Molto rappresentata quella di Novara, guidata dal presidente Fabio Tofi e dal direttore Luciano Salvadori, i quali aggiungono: “Sugli accordi commerciali chiediamo che venga garantito il principio di reciprocità e, in tale ottica, è positivo l’annuncio della Commissione Ue nel rimarcare che non sono soddisfatte le condizioni per raggiungere un accordo commerciale con i <paesi del Mercosur (Mercato comune dell’America meridionale a cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).Occorre anche aumentare gli investimenti in agricoltura garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale. Senza ragazze e ragazzi in agricoltura, l’Europa sarà più fragile e dipendente dai mercati esteri”.
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