di Gianfranco Quaglia
La mia generazione, che ha bagnato le labbra con il vino sin da piccola, è cresciuta bene». Come dire: non demonizziamo questo prodotto. E a dirlo è persona nota, anzi uno dei volti televisivi celeberrimi: Bruno Vespa. Affermazione in controtendenza, rispetto alle campagne anticonsumo. Che acquisisce ulteriore richiamo se pronunciata in una “location” come San Patrignano, dove i ragazzi si affrancano e si recuperano dalla deriva della droga.
Il popolare conduttore televisivo ha scelto questo luogo per lanciare il suo messaggio: consumo consapevole del vino assunto in modiche quantità non è uguale a dipendenza. Vespa con il vino ha un rapporto quotidiano, non solo come consumatore. E’ produttore a sua volta, con un’azienda nel Salento, dove produce Primitivo. «Quello che non sono riuscito a fare in politica – dice – cerco di realizzarlo in Puglia». E sorride soddisfatto al pensiero che la cura del suo Primitivo è stata affidata a Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, scelta seguita anche da Massimo D’Alema. «Nel mio piccolo, contribuisco a riscattare il vino di Puglia, che sino a pochi anni fa veniva esportato per tagliare quello delle regioni del Nord. Ora sta riacquistando dignità».
Bruno Vespa ha incominciato a interessarsi di enologia anni fa, scrivendo una rubrica su un quotidiano. «Il mio primo maestro – dice con orgoglio – fu Veronelli». Ora, negli spazi liberi ricavati tra un «Porta a Porta» e i numerosi libri di successo, si dedica anche al vigneto. Con l’impeto e passione che lo hanno portato a fare il mestiere di giornalista televisivo. E la stessa voglia di imparare. Una cosa soprattutto ha capito e la vuole trasmettere al mondo del vino: «Dobbiamo studiare un po’ di più tutti quanti, fare più squadra, comprendere che non sempre uno più uno fa due, ma qualche volta tre. I francesi questo l’hanno capito da tempo e sono più bravi». Insomma, puntare sul valore aggiunto della comunicazione. E lancia anche una provocazione: «C’è chi puna l’indice contro l’alcol quando si parla di droga perché si sente messo all’angolo. A costoro rispondo così: io mi faccio un bicchiere di vino, tu una dose d’eroina». Parola di Bruno Vespa.
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