di Enrico Villa
A Borgosesia per il 3 giugno è programmato un intervento di Antonella Mansi, vicepresidente di Confindustria, responsabile dei progetti di razionalizzazione e di innovazione. E in agenda anche l’intervento di Marco Gay, dal 6 maggio presidente dei giovani imprenditori di Confindustria. Il tema previsto di Mansi e di Gay, in una nota ufficiale anche evidenziato da Confindustria di Vercelli/Valsesia: un percorso sinergico con le Unioni Industriali di Biella e di Novara. Dell’argomento si parla, ormai, da qualche settimana. Nell’ analisi è anche rientrata la fusione nell’unica Unione di Novara delle unioni di Vercelli e di Biella. Per ora questa prospettiva radicale è stata smentita.
Le relazioni di due “vertici”dell’Associazione degli Industriali Italiani sono nel contesto dell’assemblea annuale di Confindustria Vercelli/Valsesia, presieduta da Giorgio Cottura manager della Sorin Biomedica con materie prime in parte di provenienza bio. Un anno fa Cottura, dopo il suo insediamento, aveva promesso che la prossima assemblea si sarebbe svolta a Borgosesia per celebrare, dopo 19 anni, l’unione organica degli imprenditori del Vercellese e della bassa Valsesia con stretti rapporti con l’industria del Novarese e dei laghi. Allora – ma è ancora così – era stato osservato: la forza delle cose sta disegnando nuovi assetti amministrativi-territoriali oltre le ottocentesche province.
L’assemblea di Borgosesia, riguardante il metalmeccanico, il tessile il chimico e l’alimentare, nell’ambito di una articolazione più ampia Vercelli-Biella-Novara, richiama l’attenzione sulla formazione “dinamica”, anche per affrontare la ripresa piena, di un formidabile polo agro-indutriale del Piemonte Orientale. Anzi, esso è già nelle cose per le materie prime messe a disposizione da un ampio territorio: fibre naturali, vigneti e vino, latte e formaggi, carne e salumi, verdure e loro confezione, riso. Non soltanto. In buona parte, ormai da quasi un secolo, le materie prime “sono globali”, provenendo da altre agricolture. In ogni caso: senza le produzioni agricole del Piemonte Orientale, l’agroindustria anche diventata nel frattempo diversa, non si sarebbe sviluppata.
La strada da Borgosesia a Novara è costellata di queste testimonianze imprenditoriali di rango. La Loro Piana di Quarona, oggi prima al mondo nella lavorazione delle fibre naturali di provenienza dalla pastorizia del globo, nella seconda metà dell’Ottocento trae origine dalla pastorizia biellese. Da novant’anni a Borgosesia la Franchi, con espansione a Saint Remy en Bosses produce prosciutti e salumi d’eccellenza. Ghemme, da molto tempo è un polo creato dalla Francoli e dalla Ponti nota globalmente, cui aggiungere l’enologia con diramazioni a Gattinara e l’industria casearia fino alla pianura. In proposito, il Consorzio del Gorgonzola certifica che nel Novarese si produce il 45% del famoso formaggio dop noto in tutto il mondo. Come se non bastasse, a Crova nel Vercellese e ad Asigliano sono nati due poli risicoli per la lavorazione del riso e per la sua trasformazione in “pasta di riso” a favore dei celiaci in forte aumento. A Gattinara, la Lavazza ha uno stabilimento per la lavorazione del caffè. Ritornando poi a Quarona, una lavorazione della Loro Piana nota a livello globale dei gambi di loto trasformati in finissimo tessuto, proveniente dal Myanmar che, tuttavia, allarma i risicoltori per le importazioni di riso non concorrenziali.
Nella prospettiva del progetto del grande polo agroindustriale una constatazione: per le materie prime agricole la terra sembra non avere più confini. E una considerazione: al di là dei campanili territoriali, un dibattito aperto, come a Borgosesia dal 3 giugno per un polo agroindustriale moderno e vitale del Piemonte Orientale.
You must be logged in to post a comment Login