di Salvatore Vullo
In Piemonte quello dei fiori, piante e piante ornamentali, con circa 800 ettari di superficie e 700 aziende, rappresenta un comparto economico produttivo significativo soprattutto per l’alto valore aggiunto che esso esprime.
Si tratta, infatti, di un comparto che comprende i vivai e le coltivazioni in serra, che inglobano alta tecnologia, energia e manodopera. Un altro importante valore aggiunto lo si deve allo stretto legame del comparto fiori e piante ornamentali con i territori di produzione e alla valorizzazione che tali produzioni apportano al paesaggio agrario e rurale e all’ambiente in generale.
Luogo emblematico, in tale senso, è il Lago Maggiore, che rappresenta il territorio piemontese del “loisir”, luogo turistico di eccellenza internazionale, di grande fascino e di bellezze ambientali paesaggistiche, piena di ville storiche, di parchi esaltati da alberi e piante di ogni genere; territorio specializzato, per tradizione e vocazione, nella coltivazione delle cosiddette piante “Acidofile”, di origine asiatica, che sul lago hanno trovato condizioni pedoclimatiche ideali, le camelie soprattutto, ma anche azalee e rododendri. In questo territorio si concentra gran parte della produzione italiana di questi fiori. Sono, questi, denominati “I Fiori Tipici del Lago Maggiore”, che già “naturalmente” costituivano un distretto, ma che negli anni scorsi avevano anche trovato riconoscimento giuridico come “Distretto Floricolo del Lago Maggiore”, da parte della Regione Piemonte ai sensi della L. R. 29/2008 sui Distretti agricoli e agroalimentari di qualità. Peraltro si sta lavorando anche per un processo di riconoscimento della IGP (Indicazione Geografica Protetta) per i Fiori Tipici del Lago Maggiore (Azalee, Camelie, Rododendri).
E proprio a Verbania annualmente si svolgono due importanti manifestazioni dedicate alla Camelia: la “Mostra della camelia primaverile” a marzo e la “Mostra della Camelia invernale” a dicembre; e fino ad alcuni anni fa un’altra interessante manifestazione chiamata “Sinfonia Floreale”. Una grande realtà, quella del Lago Maggiore dove si distingue la lodevole attività di tutela, valorizzazione e di marketing del Consorzio fiori tipici del Lago Maggiore, con il suo direttore Renzo Bizioli, con l’attuale presidente Daniele Luppi che ha dato continuità al lavoro svolto da quello precedente, Silvano Frigo. Il consorzio era nato alcuni anni fa, costituito come organismo unitario tra le ex Florcoop, Assoflor e Asproflor, fondate e animate rispettivamente da Gianpaolo Padovani, Paolo Zacchera ed Elio Savioli, per la promozione delle produzioni floricole del lago e per la promozione territoriale. La Camelia del Lago Maggiore è stato anche il fiore ufficiale delle Olimpiadi Invernali 2006 di Torino.
Tra le altre manifestazioni floricole regionali, il suggestivo “Ricetto in fiore”, che si svolge all’interno del Ricetto di Candelo in provincia di Biella. Di particolare rilievo è il Concorso “Comuni fioriti”, promosso da Asproflor Piemonte con il suo presidente Renzo Marconi, che coinvolge centinaia di comuni italiani e in un contesto europeo.
E dunque, sono proprio le specializzazioni produttive che caratterizzano e rendono peculiare la floricoltura piemontese. Oltre a camelie, azalee e rododendri, che caratterizzano la produzione nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, troviamo la Rosa e l’Acero Giapponese, tipiche della Provincia di Biella; l’Acero, il Faggio, il Cercidiphyllum Japonicum nel Cuneese; le propaggini Alessandrine e Astigiane con i Gerani, le Gardenie, le Primule, le Viole, le Gerbere. Ed ancora l’area Torinese specializzata nella coltivazione di Ciclamini, Begonie, Ortensie, Bromelie, Crisantemi, Stelle di Natale.
Altro punto di forza sono le tante aziende piemontesi del vivaismo ornamentale che si sono specializzate e affermate nella progettazione esecuzione della architettura paesaggistica. Da questi, pur sintetici, elementi, ne possiamo dedurre che il sistema floricolo e delle piante ornamentali piemontese ha una certa importanza, ancorchè misconosciuta. Ma essa trovava il suo momento di gloria e di massima rappresentazione quando scattava l’edizione di “Euroflora”, la più grande manifestazione espositiva internazionale del comparto floricolo, che si svolge ogni cinque anni a Genova. Presente fin dalla prima edizione di Euroflora, svoltasi nel 1966, quella piemontese è stata sempre una partecipazione forte, unitaria, coordinata e rappresentativa dei produttori piemontesi e delle loro organizzazioni professionali, associazioni e consorzi; presenza che ha avuto da sempre il sostegno della Regione Piemonte. L’ultima edizione si è svolta nel 2011. Quella successiva, prevista nel 2016, era stata rinviata nel 2017 e poi ancora rinviata nel 2018 con cadenza triennale.
Dunque, quella 10° edizione del 2011, che si svolse dal 21 aprile al Primo Maggio, resta l’ultima e grandiosa edizione di Euroflora, una sorta di “Canto del Cigno” di questa fiera in cui, come sempre, primeggiò il Piemonte che partecipò con un’area espositiva di 2.200 metri quadri; in quest’area i produttori piemontesi, con la loro grande professionalità e maestria, avevano ricostruito e proposto un emblematico Piemonte floricolo, secondo i temi di quella edizione, con una fantasmagorica scenografia allestitiva, che proponeva un percorso ideale attraverso l’amore per i fiori, le piante, gli alberi e le loro bellezze e che richiamava anche ai valori della biodiversità, del rispetto dell’ambiente, dei rapporti virtuosi tra uomo e natura. E ancora una volta i piemontesi avevano fatto il pieno di premi e riconoscimenti. E ricordiamo, a tal proposito, la soddisfazione del bravo e vulcanico Cesare Serafino della Confagricoltura di Torino, di Luciano Ardizzoia dell’Orticola Verbanese e di Ermanno Pozzi dell’Associazione Vivaisti Biellesi, che coordinavano egregiamente, da diverse edizioni, la partecipazione piemontese a Euroflora.
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