Nel vasto programma organizzato dalla Regione Piemonte nell’ambito della edizione 2012 del Salone del Gusto–Terra Madre, spiccava, in quel sabato 27 ottobre 2012, l’incontro dal titolo “Il futuro del Piemonte ha cuore e braccia antiche”. Incontro con Maurizio Paschetta, conquistatore del Guinnes World Record di mungitura a mano. Un simbolico omaggio, con la consegna di una targa da parte della Regione Piemonte, a questo allevatore di Saluzzo, che nel maggio di quel 2012, allora ventisettenne, con ben 4,5 litri di latte munti nel tempo di due minuti dalla stessa vacca, aveva battuto il Guinness World Record di mungitura. Un record che aveva surclassato quello precedente di un allevatore tedesco che era di due litri di latte in due minuti.
Un record che Maurizio Paschetta aveva conquistato assieme alla sua fedele vacca meticcia “Falchet”.
Tra le tante cose banali e strampalate cui è dedicato il Guinness dei primati, questa prova di mungitura era stata ritenuta veramente importante, evocativa di suggestioni e valori, ma soprattutto perché mette in risalto l’abilità e la preparazione dell’allevatore, in un atto, quello della mungitura, che è tra i più antichi del mondo, e che richiede una intesa armonica e perfetta con l’altro vivo protagonista: la vacca, con il suo massimo stato di benessere, di salute e di potenzialità lattifera, come ha dimostrato la vacca “Falchet”, coprotagonista del primato. Con la “Falchet”, Maurizio Paschetta aveva pronte per la prova anche “Merlu” e “Cadorna”: due vacche di razza Piemontese che fanno parte del centinaio di capi dell’azienda di famiglia che Maurizio munge quotidianamente a mano; e lo fa per vocazione e per virtù, anche perché, affermava, che la mungitura a mano non stressa le vacche, come avviene con quella meccanica, eppoi, aggiungeva, che per le vacche di razza Piemontese, le cui mammelle hanno morfologie particolari, adottava anche diverse tecniche di mungitura. Nella storia della famiglia di Maurizio ci sono quattro generazioni di allevatori specializzati nella razza Piemontese.
Tale prova, come si diceva, è stata importante anche per il suo alto valore simbolico. Essa è servita a mettere in rilievo e alla attenzione della opinione pubblica e dei mezzi di informazione, uno dei lavori più antichi, ma anche più duri e sacrificati in assoluto, e nel settore agricolo, in particolare. Quel mondo di allevatori che non conoscono feste e turnazioni, che si svegliano tutti i giorni alle 5 del mattino per mandare avanti l’azienda. Orgoglioso del proprio lavoro, proprio a quegli allevatori, Paschetta aveva voluto dedicare il suo primato, come messaggio di incoraggiamento e a non mollare, nonostante le continue crisi e problemi che devono sempre affrontare. Una vita dura e sacrificata, ma svolta, come dimostra Paschetta, con entusiasmo, con una passione per il proprio lavoro; un lavoro che resta ad alto contenuto umano e di impegno manuale e diretto dell’uomo. Un lavoro che ha a che fare con le nostre radici, tradizioni, identità. Una storia, quella della mungitura, già immortalata nell’VIII° secolo A.C. nei versi di Omero, quando nell’Odissea descrive la caverna di Polifemo: “… e i pastorali vasi,
Secchie, conche, catini, ov’ei le poppe
Premer solea delle feconde madri,
Entro il siere notavano …”
E tutto ciò ci fa dire, con la parodia di un titolo famoso di Carlo Levi, scritto come titolo di quell’ incontro: “Il futuro del Piemonte ha cuore e braccia antiche”. In quell’incontro al Salone del Gusto avevano partecipato, Claudio Sacchetto, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, i giornalisti Osvaldo Bellino e Andrea Caponnetto, Roberto Chialva e Bartolomeo Bovetti dell’A.P.A. di Cuneo, Dario De Petris, veterinario.
Al temine dell’incontro, la consegna della targa, conferita dalla Regione Piemonte a Paschetta, della quale riportiamo il testo inciso:
A MAURIZIO PASCHETTA,
CON QUESTO SIMBOLICO OMAGGIO,
VA IL PLAUSO DELLA REGIONE PIEMONTE,
PER IL SUO GUINNES WORLD RECORD DI MUNGITURA,
ESPRESSIONE GENUINA DI QUEL MONDO AGRICOLO PIEMONTESE
ORGOGLIOSO DEL PROPRIO PUR DURO E SACRIFICATO LAVORO.
CON IL SUO ESEMPIO EGLI CI HA DIMOSTRATO CHE
“IL FUTURO DEL PIEMONTE HA CUORE E BRACCIA ANTICHE”
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