di Gianfranco Quaglia

Crisi senza precedenti, polemiche, richiesta di commissarriamento dell’Ente Nazionale Risi. Una bufera che si sta abbattendo sul settore riso. Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte (a destra nella foto con il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà) nell’occhio del ciclone per alcune sue dichiarazioni giudicate tropppo dure o che comunque fanno discutere.

Assessore Ferrero, che cosa c’è di vero in tutta questa vicenda e nella sua richiesta di commissariare l’Ente Nazionale Risi?

“Non ho mai chiesto il commissariamento dell’Ente Risi. Ribadisco, come ho già detto, che non voglio e non posso. Mi sono semplicemente limitato ad alcune riflessioni e considerazioni sulla crisi che sta attraversando il settore e sul ruolo che l’Ente Risi dovrebbe avere”.

E quale sarebbe secondo lei?

“L’Ente Risi, essendo un ente di diritto pubblico, quindi finanziato con nostri soldi e in particolare con quelli dei risicoltori, dovrebbe essere messo in condizioni di svolgere sino in fondo le sue funzioni. Difendere le aziende e contrastare una speculazione che è sotto gli occhi di tutti. Io non mi permetto di dare giudizi, non ho nulla di personale nei confronti del suo presidente o dei dirigenti. Ma occorre dare dei segnali urgenti”.

Attorno a questo problema si è innescata una polemica accesa. Qualcuno intravede un tentativo, che parte da lontano, teso a cambiare l’assetto dell’Ente Risi e che farebbe capo anche ad alcune organizzazioni agricole

“Il mio intervento non è motivato da personalismi o appartenenza all’uno o all’altro sindacato agricolo. Sono fuori dai giochi di potere delle organizzazioni agricole, l’obiettivo primario è difendere i risicoltori che stanno vivendo un momento drammatico”.

Quindi niente commissariamento?

“Assolutamente no. Il mio discorso deve essere inteso come uno stimolo a reagire. Come dire: loro, cioè l’Ente Risi, si diano una mossa”.

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