Vertice a Strasburgo tra Phil Hogan, Commissario all’agricoltura dell’UE; il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, e il presidenti dei risicoltori europei, il francese Bertrand Mazel, in occasione nella seduta plenaria della Commissione Agricoltura. Carrà, che era acompagnato dal direttore generale Roberto Magnaghi, e Mazel hanno chiesto soluzioni ai problemi del settore che nel breve periodo devono essere in grado di ristabilire un equilibrio di mercato. Obiettivo l’applicazione della clausola di salvaguardia e/o le modifiche delle regole che ne prevedono l’applicazione ed il funzionamento. Hogan, nel riconoscere che il settore del riso europeo sta incontrando reali problemi, ha comunicato di essere stato puntualmente informato della situazione dal ministro Martina e di essere pronto a studiare attentamente le richieste che saranno portate alla sua attenzione e tutte le nuove informazioni che gli perverranno. “Un incontro positivo – dice Carrà – finalmemte abbiamo la percezione che a Bruxelles ora c’è la percezione e la consapevolezza della crisi che sta attraversando il settore. Il 23 maggio a Roma la Direzione generale della Commissione inmcontrerà i rappresentanti di tuta la filiera risicola italiana e il Ministero delle Politioche Agricole. In quella sede metteremo a punto la documentazione necessaria da presentare a Bruxelles per chiedere l’applicazione della clausola”.
Bertrand Mazel: “Se non riusciamo a invertire la tendenza, a bloccare le importazioni, anche in Francia per le aziende risicole sarà una catastrofe. Non dimentichiamo che in Francia il settore riso non è strategico come i comparti del vino o dela carne. Pertanto non c’è molta sensibilità. Per questo cercherò di sensibilizzare il prossimo mEntrinistro dell’agricoltura del Governo Macron”.
Intanto le quotazioni in Italia sono ai minimi storici. Giuseppe Ferraris (presidente del gruppo riso di Copa-Cogeca a Bruxelles), parla di “situazione gravissima, mai così come dal dopoguerra in poi. I risicoltori sono storditi, non sanno più che cosa fare. I listini parlano chiaro: 19 euro/quintale per la varietà Sole; 20 per il Balilla e il Roma; 25 il Selenio; 23 il Robe; 21 il S. Andrea; 26 l’Indica. Il Carnaroli è sceso sino a 33. E’ in atto un tracollo, una speculazione dell’industria senza precedenti. I produttori sono vittime di un terrorismo psicologico che li spinge a vendere sottocosto, perché temono che con la nuova campagna i magazzini restini pieni e nessuno ritiri più la merce. Finalmente sembra che Bruxelles si stia accorgendo della situazione. Noi siamo intenzionati a chiedere lo stato di crisi affinché siano estesi gli aiuti già concessi ad esempio al settore ortofrutticolo. E sul fronte degli aiuti spingeremo per aumentare il valore di quello accoppiato”.
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