Sulle orme di Cavour. Dalle prestigiose sale dell’Accademia dell’Agricoltura, che furono frequentate dallo statista artefice dell’Unità d’Italia, ai campi di riso che trassero linfa da quel canale voluto dal conte il quale intravide la necessità e la potenzialità di quell’opera maestosa, ancora oggi intatta. Così i soci dell’Accademia di Torino, con il presidente Paolo Piccarolo (al centro nella foto tra Giuseppe Sarasso e Piero Rondolino) hanno ripercorso il tempo, ripartendo da Chivasso, dove il canale Cavour ha origine e si getta nel Ticino dopo Novara. Un viaggio nel mondo della risaia, da un’idea di Giuseppe Fassino, organizzatore e promotore di eventi alla riscoperta dell’agricoltura piemontese. Questa volta gli accademici hano potuto immergersi nella realtà della risaia vercellese che – dopo la costruzione del canale Cavour – diventò uno dei punti cardine del triangolo d’oro dela risicoltura europea. Prima tappa proprio a Chivasso, dove l’ingegner Roberto Isola, direttore generale dell’Associazione Irrigua Est Sesia, ha illustrato il manufatto tracciando la storia dell’opera costruita a tempi di record, in soli tre anni.
Poi la visita all’antivca riseria di Fontanetto Po, la degustazione della panissa Palazzolo. Infine un’altra emozione alla tenuta Colombara di Livorno Ferraris, dove si produce il riso Acquerello, venduto in barattollo in tutto il mondpo. Qui l’incontro con il proprietario Piero Rondolino e il narratore di cultura contadina Mario Donato, che ha la forza trascinatrice di condurre il visitatore nel tempo attraverso le testimonianze visive e la narrazione accattivante.
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