Confagricoltura-Cia: riso vittima di speculazione. L’industria: offerta superiore alla domanda

Confagricoltura-Cia: riso vittima di speculazione. L’industria: offerta superiore alla domanda

Crisi senza finerisaia nel mondo del riso. Crollo dei prezzi, importazioni a dazio zero, stanno mettendo in ginocchio il settore. Da Confagricoltura Novara Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Biella e Cia Novara Vercelli Vco, arriva un doppio allarme, proprio mentre fervono i lavori di sommersione delle risaie per le semine: “Senza un rialzo delle quotazioni e un riequilibrio dei costi di mercato -. dice una nota – centinaia di aziende risicole e con esse il loro tradizionale indotto potrebbero cessare la propria attività, mettendo a repentaglio l’economia di un intero territorio che da sempre, tradizionalmente, è stato vocato alla risocoltura”. Al tempo stesso alzano il tiro contro l’industria di trasformazione: “Auspichiamo che prenda atto della situazione e si attivi per avviare un percorso diverso da quello attuale. Un percorso costruttivo, dialogante e che coinvolga i diversi soggetti per condividere un obiettivo strategico comune in grado, da un alto di remunerare in termine corretti e sostenibili la produzione di riso, e dall’altro di consentire all’industria italiana di operare sui mercati nazionali ed esteri. Riteniamo ingiustificato l’atteggiamento che l’industria risiera sta portando avanti sul fronte del ribasso delle quotazioni, dando l’impressione che sia in corso un tentativo di una robusta speculazione ai danni sella parte agricola della filiera”.

Nella nota congiunta, le due organizzazioni sondacali denunciano che il prezzo di vendita del riso grezzo è da tempo ben al di sotto dei costi di produzione come è stato rilevato dall’analisi del bilancio economico dell’azienda risicola dell’Associazione Laureati in scienze agrarie e forestali di Vercelli: da dicembre a oggi la diminuzione è stata del 20-30 per cento.

A questa presa diposizione ribatte Mario Francese, ad di Euricom, il maggior gruppo risiero italiano, e presidente di Airi (Associazione industrie risiere italiane): “Prima di lanciare accuse sarebbe meglio riflettere e rendersi conto che è la legge del mercato a decretare il prezzo, allorché l’offerta è superiore alla domanda. Gli agricoltori vogliono vendere tutta la loro produzione 2016 prima di iniziare a vendere quella del 2017. Il vero problema è che i risicoltori hanno preso coscienza che devono separare nettamente le due produzioni e questo determina un afflusso sul mercato con conseguente squilibrio. Poi bisogna considerare altre cause strutturali, dovute alle importazioni a dazio zero, contro le quali tutti ci battiamo. A proposito: senza un’adeguata pressione politica da parte dei ministri Martina e Calenda non risolveremo mai il problema”.

Sul fronte fronte delle iniziative da registrare l’incontro che si è svolto al Ministero delle Politiche Agricole dove l’Ente Nazionale Risi, ha presentato le difficoltà del momento, e ha chiesto al viceministro delle Politiche Agricole, Olivero, e al sottosegretario del ministero delle sviluppo economico, Scalfarotto, l’impegno a ottenere l’applicazione della clausola di salvaguardia e la modifica del regolamento che ne prevede le condizioni di applicabilità. Organizzazioni agricole e Airi hanno anche richiesto maggoiori controlli alle frontiere e la messa a disposizione di risorse a fini promozionali.

Intanto il Ministero dello sviluppo economoco ha comunicato che il 23 maggio, allo stesso ministero, si terrà un incontro tra una delegazione della Commissione europea, in rappresentanza della Direzione Agri e della Direzione Generale Trade, e le autorità italiane per la discussione della specifica tematica relativa alle importazioni a dazio zero

 

You must be logged in to post a comment Login