Il mondo del vino piemontese è come un grande arcipelago, un insieme di tanti e diversi territori, ciascuno con la propria unicità, peculiarità che derivano dagli specifici vitigni, dalle condizioni pedoclimatiche, dalle azioni degli uomini, dagli avvenimenti della storia.
Una di queste isole è quella del Gattinara, sita nell’Alto Piemonte, nell’omonima cittadina a nord-est della Provincia di Vercelli, formata da quelle colline vitate, cui fa da suggestivo sfondo panoramico il Monte Rosa, che danno origine a quel grande vino che prende appunto il nome di Gattinara.
Il Gattinara, in questo 2017, celebra i 50 anni del riconoscimento della DOC; fu infatti tra i primi vini in Italia ad ottenere la DOC dopo l’avvio dei lavori del Comitato Nazionale per la Tutela delle Denominazioni di Origine dei Vini, istituito nel 1964 quale strumento di attuazione della famosa legge sulla DOC dei Vini: il DPR n. 930 del 1963, che ebbe come protagonista il senatore piemontese Paolo Desana, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo di questa rubrica.
Un riconoscimento quasi scontato, considerando la fama e la storia vitivinicola di Gattinara e del suo vino. Furono, infatti, i Romani nel primo secolo D.C. a portare in questi territori anche la coltivazione della vite. L’attività vitivinicola si consolida in epoca medievale e si esalta tra il 1400 e il 1500, grazie all’opera di Mercurino Arborio, illustre personaggio, nato a Gattinara nel 1465, membro di una nobile famiglia, che dopo solidi studi umanistici e del diritto, si avviò verso la carriera diplomatica, ricoprendo, man mano, incarichi sempre più importanti. Iniziò come consigliere del Duca Filiberto II di Savoia, quindi della Duchessa Margherita d’Asburgo, moglie e poi vedova del Duca, che era figlia dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo; in tale periodo, tra il 1501 e il 1509, fu nominato presidente del Parlamento di Borgogna dalla duchessa e ricoprì l’incarico di ambasciatore dell’imperatore Massimiliano presso la corte di Francia. Nel 1518 Carlo V, nipote dell’imperatore Massimiliano, re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero, lo nomina Consigliere e Gran Cancelliere dei Regni di spagna e dell’Impero. Infine, nel 1529, il Papa Clemente VII lo nomina Cardinale per i suoi grandi meriti nell’opera proficua svolta nel rapporto e nelle questioni tra Papato e Impero. Mercurino Arborio muore nel 1530.
In questa sua lunga e influente attività politica e diplomatica Mercurino Arborio fece conoscere e apprezzare il vino di Gattinara nelle principali corti europee. Del resto era anche un appassionato ed esperto di vitivinicoltura; nei suoi possedimenti terrieri, che si estendevano anche nel Monferrato, si produceva vino. Favorì la conoscenza e lo sviluppo delle nuove tecniche nella coltivazione dei vigneti e nella enologia; a tal proposito, si dice anche che sarebbe stato Marcurino Arborio a portare nella zona di Gattinara il vitigno Nebbiolo o Spanna: forse dalla Spagna, da cui il nome “Spanna”, o forse anche dalla Borgogna dove fu, come ricordato, presidente del Parlamento.
La fama di Gattinara e del suo vino venne mantenuta nei secoli seguenti, fino all’epoca contemporanea. Basti anche pensare che a Gattinara, nel 1872 venne istituita la stazione sperimentale viticola-enologica, anche se non ebbe lunga durata. Ed ancora, nel 1908 si costituì la cantina sociale di Gattinara, una delle prime in Italia che, pur tra alterne vicende, è tuttora in attività. Gattinara è città dell’uva e del vino per antonomasia; elementi questi che troviamo anche nelle vestigia, nella iconografia di questa città, come dimostrano la facciata del duomo di San Pietro dove è scolpita una vite con due giganteschi grappoli, e come emblematicamente esprime lo stemma araldico della città di Gattinara, con una vite piena di grappoli d’uva dove cerca di ergersi con le zampe anteriori un gatto.
Se pensiamo alle modeste dimensioni quantitative del Gattinara: circa 150 ettari di vigneti, una produzione di circa 7.500 ettolitri, la fama di questo vino diventa ancor più emblematica.
E il Gattinara prosegue nella sua marcia trionfale. Nel 1990 ottiene il riconoscimento della DOCG, anche in questo caso, tra i primi vini in Italia (in Piemonte DOCG lo erano già solo Barolo e Barbaresco) ed entra nell’olimpo dei grandi vini. Il disciplinare di produzione del Gattinara DOCG prevede che il vino deve essere ottenuto dal vitigno Nebbiolo (localmente chiamato “Spanna”) e fino a un massimo del 10% si possono aggiungere uve provenienti da vitigni Vespolina (massimo 4%) e/o da Bonarda di Gattinara. Le uve comunque devono essere prodotte esclusivamente nel territorio comunale di Gattinara. Il Gattinara può essere messo in commercio per il consumo dopo un periodo minimo di invecchiamento di tre anni, di cui almeno uno in botti di legno. Per la tipologia “Riserva”, l’invecchiamento deve essere non inferiore a quattro anni, di cui due in botti di legno.
Come abbiamo visto, Gattinara è orgogliosa di questo suo nobile figlio: un vino di “Altissima classe”, come lo aveva definito Renato Ratti nel suo “Dizionario dei vini del Piemonte e Valle d’Aosta”, un vino che è stato protagonista della storia e della identità di questa città; un vino che è anche un emblema delle eccellenze agricole e agroalimentari dell’Alto Piemonte, negli anni passati ancora un po’ sconosciute e un po’ bistrattate. A tal proposito, negli anni ’90 un grande sforzo corale è stato compiuto dalla Regione, in collaborazione con il comune di Gattinara, la Provincia di Vercelli e con tutte le altre istituzioni e organizzazioni dei produttori dell’Alto Piemonte, per valorizzare e rendere partecipi questi territori e le loro produzioni nei grandi progetti promozionali del “Sistema Piemonte”. In tale ambito, nel 1998 il comune di Gattinara si fa promotore del processo di costituzione della Enoteca regionale di Gattinara e dei Nebbioli del Nord Piemonte, sostenuto dalla Regione che nel 1999 ne approva il riconoscimento. L’enoteca trova sede nei locali della storica Villa Paolotti di Gattinara; e tuttora, in tempi difficili, continua a svolgere una lodevole attività di promozione dei vini e dei relativi territori, ovvero quei Nebbioli che, oltre al Gattinara, sono il Ghemme DOCG e le DOC: Boca, Bramaterra, Fara, Lessona, Sizzano, e le nuove DOC Colline Novaresi e Coste della Sesia. Sono questi gli anni del rinascimento del vino e delle produzioni agroalimentari di qualità del Piemonte, che danno lustro e valore aggiunto alla regione e al Made in Italy; e l’Alto Piemonte (parliamo del Torinese, Biellese, Vercellese, Novarese e VCO) si inserisce in questo processo dando un forte contributo con i suoi grandi vini, con il poderoso sistema del Riso e delle Risaie, con i grandi formaggi, a cominciare dal Gorgonzola DOP, e altro ancora (ma di questo avremo modo di parlarne in altre puntate di questa rubrica).
Tornando al Gattinara, ci sembra giusto ricordare anche l’importante attività di promozione e valorizzazione svolta dal Consorzio tutela vini Nebbioli dell’Alto Piemonte, attualmente presieduto da Lorella Zoppis Antoniolo, titolare dell’omonima azienda vitivinicola di Gattinara. E a proposito di grandi produttori, almanaccando in quello che abbiamo definito “L’albo d’Oro” dei Cangrandi Piemontesi, designati annualmente dalle Regioni per il conferimento di tale medaglia al Vinitaly da parte della fiera di Verona, quali benemeriti della vitivinicoltura, ci piace ricordare la figura di Giancarlo Travaglini, titolare dell’omonima, prestigiosa azienda di Gattinara, premiato per il Piemonte con il Cangrande al Vinitaly del 1997.
E concludiamo questa rapida cavalcata con il Gattinara, citando un altro grande Piemontese, Mario Soldati: scrittore, regista, giornalista, grande pioniere nell’opera di valorizzazione della terra e delle sue produzioni (di cui sicuramente parleremo nelle prossime puntate di questa rubrica). E parlando di terra, di cibo, di vini Mario Soldati ne ha fatto anche sublime letteratura. Infatti il Gattinara è il protagonista di uno dei suoi racconti, intitolato “Un sorso di Gattinara”; un bel racconto che lo si può trovare in una edizione pubblicata nel 2006 per il 100° della nascita di Soldati, da Interlinea edizioni di Novara dal titolo “Un sorso di Gattinara e altri racconti”.
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