Nei 50 secondi dedicati durante la seconda parte della conferenza stampa (durata in tutto 4 mionuti) ai temi discussi dai ministri agricoli europei a Bruxelles durante il Consiglio su agricoltura e pesca, Phil Hogan, commissario all’agricvoltura dell’Ue, non ha convinto i risicoltori che forse si aspettavano qualcosa di più rassicurante. Phil Hogan ha riservato l’ultimo segmento della “press conference” (appunto 50 secondi) al tema riso, che era stato portato a Bruxelles con il documento sottoscritto al Forum di Milano il 20 febbraio dai rappresentanti dei Paesi produttori (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Bulgaria, Ungheria) per chiedere lo stop di Bruxelles alle importazioni a dazio zero dai Paesi meno avanzati del Sudest asiatico e sostegni al settore in crisi.
L’intervento della delegazione italiana (per il Governo era presente il sottosegretario alle Politiche Agricole, Castiglione) è stato sostenuto con determinazione dai Ministri di Spagna, Ungheria, Grecia, Portogallo e Bulgaria – come sottolinea una nota dell’Ente nazionale Risi – che si sono complimentati con l’Italia per l’organizzazione del forum e hanno ribadito le richieste di tutela del settore alla Commissione europea.
Questi i punti principali sui quali si è soffermato Hogan:
· rassicurato gli Stati membri che nelle negoziazioni di accordi di libero scambio il riso è considerato un prodotto “sensibile”;
· fatto presente che nella PAC attuale è previsto un sostegno accoppiato volontario a favore del riso;
· ribadito la volontà di monitorare il mercato relativamente allo sviluppo delle importazioni dai PMA in particolare dalla Cambogia;
· fatto presente che sono disponibili fondi comunitari per 133 milioni di euro nel 2017 fino ad arrivare a 200 milioni di euro nel 2019 nell’ambito della promozione.
Paolo Carrà, presidente Ente Risi, commenta così la notizia: <<Il messaggio del Commissario europeo non è sufficiente per rassicurare la filiera che vuole ottenere una modifca del regolamento comuitario per rendere certa la possibilità di applicare la clausola di salvaguardia per ripristinare i dazi sulle importazioni. E’ una risposta tecnica, basata sulle informazioni dei funzionari. Se la politica non prende in mano il problema, non riusciremo a ottenere alcun risultato. A novembre 2017 è previsto che ci possa esserci la modifica del regolamento sui dazi, dopo che la Commissione avrà riferito al Parlamento europeo. Ma noi temiamo che se non sarà supportata da un lavoro da parte di tutti gli europarlamenti, si finirà con il dimostrare che l’accordo ha fatto bene all’export di quei Paesi, si punterà su una visione macroeconomica e non micro. Ecco perché noi ci rivolgiamo agli europarlamentari italiani invitandolli a un coinvolgimento dei loro colleghi degli altri Paesi europei, per fare fronte comune>>.
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