L’anno che sta per concludersi lascia irrisolti e complicati molti problemi. E fra questi il riconoscimemto con iscrizione nel registro nazionale delle varietà di piante da frutto della denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. Come dire: ognuno può coltivare le nocciole e attribuire la denominazione. Contro questa decisione è in atto una solevazione da part3 dei produttori corilicoli del Cuneese, che si sentono scippati. “Oltre al danno la beffa – dice Mario Viazzi, direttore di Confagricoltura zona di Alba – Le nostre aziende non si caèpacitano di come questo assurdo paradosso sia possibile. C’è rabbia e delusione”. Aldo gavuzzo, presidentedella sezione corilicola di Confagricoltura Cuneo: “E’ oppportuno che le istituzioni si rocompattino al più presto attorno a un problema che èinteresse di tutti andare a risolvere”.
Si andrà avanti anche attraverso vie giudiziarie: è la scelta presa questa mattina, durante l’incontro convocato dall’eurodeputato Alberto Cirio.
E’ partita una lettera rivolta al Ministero per le Politiche Agricole, che ha approvato il Registro in accordo con le Regioni.
La missiva, a firma dell’avvocato Roberto Ponzio su mandato del presidente dell’Unione Montana Alta Langa, Roberto Bodrito, del presidente dell’Unione Colline di Langa e del Barolo, Roberto Passone, di Marco Gabusi, presidente della Provincia di Asti, Marco Perosino, consigliere provinciale di Cuneo, e Flavio Borgna, presidente dell’Ente Fiera della Nocciola, chiede in forma di autotutela l’immediata modifica del Registro nazionale e l’eliminazione della denominazione “Tonda Gentile Langhe”, per impedire l’uso improprio del termine in altre parti d’Italia.
Se dal Ministero non dovesse arrivare una risposta positiva, il territorio è disposto a proseguire la battaglia impugnando l’atto presso il TAR del Lazio, sia perché lesivo dell’identità delle Langhe, sia per la necessità di tutelare il consumatore, che si ritroverebbe in commercio nocciole dal nome fuorviante sulla loro reale provenienza.
Nei prossimi giorni, inoltre, verrà depositata a Bruxelles una formale denuncia da parte dell’on. Cirio, perché la scelta di usare la dicitura “Langhe” per identificare la varietà di una pianta è una netta violazione del Regolamento europeo n. 637 del 2009, che all’art. 6 (punto F) recita espressamente: “Si ritiene che una denominazione varietale possa indurre in errore o creare confusione se comprende un nome geografico che potrebbe fuorviare il pubblico riguardo alle caratteristiche o al valore della varietà”. “Non ci fermeremo – sottolinea Alberto Cirio – perché è in gioco il nome Langhe: il brand più prezioso che abbiamo. Il viceministro Olivero ci ha spiegato che in Olanda e Romania qualcuno sta cercando di “scipparlo” tanto vale rubarlo anche da Roma, lasciando che venga usato in tutta Italia. Mi domando con quale forza io possa chiedere ai governi stranieri di cancellare la denominazione Langhe, sostenendo che è illegittima, quando l’ha appena inserita nel proprio Registro nazionale anche il governo italiano. Il Ministero deve eliminare la dicitura. Non ci sono altre strade”.
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