di Enrico Villa
La raccolta di firme per proteggere e salvare il suolo in 26 stati dell’UE, si concluderà il 12 settembre 2017. La decisione, ammessa dalla UE, è stata formalizzata a Torino nello scorso autunno durante le manifestazioni a tutela di Terra Madre che corre rischi, comprendendo le coltivazioni in ogni parte del globo, i contadini insidiati dagli OGM proposti dalle multinazionali della genetica e della chimica, e la tradizione dai quali – asseriscono le associazioni agricole – sono più in pericolo anche le “colture vecchie come il mondo”. Nel contesto di Terra Madre, la Fondazione Terra Amica, attiva soprattutto in Italia, ha chiamato alla sua presidenza Carlin Petrini. L’organizzatore, fondatore di Fast Food, è un personaggio noto in tutto il mondo. Come è risaputo, egli in India e Sudamerica appoggia fortemente gli agronomi che con la loro scienza cercano di dribblare quanti vanno contro i ritmi naturali, alla base degli equilibri globali.
Il manifesto di Torino
Per affermare la campagna salvasuolo, si è costituita una alleanza e nell’ambito della Comunità Economica ed è prevista la raccolta di un milione firme per ottenere uno specifico regolamento valido in 27 partners (dopo il referendum, Inghilterra esclusa). Fondazioni e istituzioni di rilievo internazionale hanno stretto un accordo i cui motivi sono stati riassunti in un manifesto, appunto illustrato a Torino lo scorso 12 agosto. Il manifesto 12 agosto 2016, che riguarda il salvasuolo, è stato sottoscritto, fra gli altri, dalla Fondazione Cariplo nonché dal Fai, dalle Acli, Legambiente, Coldiretti, Fast Food, Istituto Italiano di Urbanistica che, come altri, vorrebbe arrestare le eccessive colate di cemento le quali tormentano le pianure europee (padana in primo luogo) e le coste del nostro paese. Se il 12 agosto del prossimo anno al Parlamento Europeo di Strasburgo sarà presentato un milione di firme proveniente da 26 paesi aderenti alla Ue, sarà raggiunto un obbiettivo inedito. Nella Comunità Europea con la volontà popolare sarà conseguita una piattaforma giuridica non ancora avviata, dopo tanti anni, sia per l’aspetto fiscale unico né per quello della difesa unificata.
I proponenti destinano il manifesto salvasuolo soprattutto alle giovani generazioni europee. E i dati richiamati sembrano convincenti. Ricordando l’anno duemila, il suolo è stato sottratto per scopi diversi dall’agricoltura, o per incuria, al ritmo di 100 mila ettari annui. E come se, non arrestando il processo di deterioramento, sparisse in un colpo solo l’intera Ungheria o la superficie della città di Roma. Le inchieste effettuate negli ultimi anni non hanno trascurato un aspetto importante: quando se ne va il suolo, cala di colpo la produttività agricola che influenza negativamente l’alimentazione cui si aggiunge lo spreco di acqua, sempre più preziosa. Inoltre, aumentano i tassi di inquinamento anche dovuti alle discariche che, purtroppo, assillano le città e le loro periferie. A causa proprio delle discariche che si formano all’improvviso, di frequente colpevoli i cittadini, nel suolo superstite finiscono sostanze pericolose per la salute: arsenico, litio, cadmio, mercurio e zinco. Gli stessi, per i processi di assorbimento, finiscono nei vegetali di cui ci alimentiamo. Oltretutto, quanto è abbandonato nei campi o sul ciglio delle strade come telefonini, copertoni di auto, autovetture abbandonate, fustini di rifiuti speciali contaminano pericolosamente il terreno. L’esempio più clamoroso è quello della terra del fuoco in Campania dove i rifiuti che bruciano producendo diossina, sono accanto a coltivazioni orticole o allevamenti dai quali provengono le mozzarelle di bufala o altri formaggi molli. Inoltre, le discariche a cielo aperto sono miniere di elementi preziosi come carta, plastica, vetro da recuperare e riciclare dando un duplice risultato: suolo indenne e materiale da trasformare che garantisce nuova ricchezza.
Primi nel riciclo rifiuti
La campagna salvasuolo che si dovrebbe concludere nell’agosto del prossimo anno va considerata attentamente con il riciclo dei rifiuti di cui molti si disinteressano. Anche in questi casi, nonostante le apparenze che preoccupano, le ricerche di Legambiente e dell’Ispra hanno evidenziato che gli italiani stanno diventando i primi della classe, a maggior ragione sostenendo a spada tratta anche la campagna salvasuolo proprio per garantire territori più puliti dove il terreno non contaminato è in grado di assorbire il 40% circa di anidride carbonica, causa dell’aumento della temperatura terrestre nonché dei dissesti drammatici segnalati dalla meteorologia. Infatti, all’inizio del Duemila solo il 3% dei telefonini veniva buttato via impedendo il riciclaggio. Adesso, tutto sta cambiano, secondo la stampa nazionale e i rilievi seri attuati da Legambiente e dall’Ispra. Nel nostro Paese, ormai il 40% dei rifiuti è riciclato come anche riconosciuto da Eurostat, istituzione statistica comunitaria: il riciclo in Italia è passato dal 17,6% nel 2004 al 42% due anni fa. Negli anni Novanta il riciclo era soltanto al 5%, e la minaccia per il suolo era forte. Adesso un milione di firme dovrebbe migliorare ulteriormente la situazione con produzioni più sicure e paesaggi turisticamente più attraenti.
You must be logged in to post a comment Login