E’ stato presentato nella sede Novamont di Novara <Rebiochem>, uno dei quattro progetti finanziato dal Miur nell’ambito del Cluster tecnologico nazionale della chimica verde <Spring>, già avviato il 1°gennaio 2014 e con una durata di tre anni. Obiettivo del progetto è la dimostrazione tecnica su scala pilota e industriale della possibilità di ottenere e utilizzare biochemicals da biomasse di seconda generazione non in competizione con la filiera alimentare grazie all’applicazione di processi biotecnologici.
Coordinato da Mater-Biotech, Rebiochem coinvolge altre sette realtà industriali e di ricerca del nostro Paese: il Consorzio Interuniversitario Reattività Chimica e Catalisi, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), Meraklon, Naicons, Novamont, Spiga Nord e Treofan. Il progetto si ricollega a due iniziative sui territori della Regione Umbria e della Regione del Veneto: il potenziamento del polo chimico di Terni e la riconversione dell’ex sito BioItalia di Adria (Rovigo) nel primo impianto al mondo dedicato alla produzione industriale di butandiolo da fonte rinnovabile attraverso l’utilizzo di processi fermentativi con microorganismi specializzati.
<Con Rebiochem si mette in moto una grande opportunità per l’Italia: un nuovo modello di sviluppo industriale di filiera, sostenibile da un punto di vista economico ed ambientale e in grado di rafforzare il potenziale di ricerca e innovazione degli attori locali per dare nuovi stimoli al sistema produttivo agro-industriale delle regioni coinvolte>, ha commentato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.
Fondato da Novamont insieme a Versalis, Biochemtex e Federchimica , il Cluster Spring – che sarà presentato ufficialmente il 14 maggio a Milano – raggruppa più di 100 soggetti provenienti da tutto il territorio nazionale, tra cui grandi player industriali, associazioni, università, centri di ricerca, fondazioni e poli di innovazione regionale. L’obiettivo è favorire lo sviluppo delle bioindustrie attraverso un approccio olistico all’innovazione, per rilanciare la chimica italiana sotto il segno della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, stimolando la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie.
<I progetti sostenuti dal Miur nell’ambito del Cluster tecnologico nazionale della Chimica Verde si riconfermano come un’occasione unica per stimolare la crescita dei territori nel segno della bioeconomia, favorendo l’interazione tra il mondo industriale e della ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative basate sull’utilizzo efficiente delle risorse>, ha concluso Bastioli.
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