“Occorre creare un antidoto contro la povertà e il populismo crescente e la bioeconomia – intesa come fattore di rigenerazione territoriale che riconnette economia e società – può svolgere un ruolo fondamentale che va oltre l’agricoltura. I tre pilastri di questo modello sono siti deindustrializzati, rigenerati attraverso la tecnologia e la conoscenza; le filiere agricole e la possibilità di sfruttare le frazioni meno nobili come materie prime per nuovi prodotti che permettano di cambiare modelli di economia”, ha dichiarato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, al Forum Coldiretti di Cernobbio.
“Il modello Novamont di bioeconomia è un laboratorio a cielo aperto che permette di connettere la ricerca con la conoscenza e l’esperienza, in grado di generare nuovi posti di lavoro ma che rischia di essere pesantemente danneggiata dal freno dell’illegalità”, ha concluso l’ad di Novamont.
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