di Gianfranco Quaglia
Dalle vigne e dalle bollicine del Piemonte al teatro. Lamberto Vallarino Gancia, da alcuni mesi presidente del Teatro Stabile di Torino, si è ormai calato nella nuova parte.
Presidente, come si trova in questa veste?
<Bene e a mio agio. C’è un filo conduttore che unisce il mondo del vino e il teatro>.
Sarebbe a dire?
<Passione e ricerca dell’eccellenza. Due obiettivi che accomunano i due settori, che aparentemente sembrano così lontani. In realtà uniti da questo filo conduttore: se vengono a mancare non si raggiunge nulla. Al contrario passione e ricerca dell’eccellenza sono i presupposti indispensabili che mi hanno acompagnato sin qui e continuano a far parte di me. Ho affrontato questo nuovo impegno con l’entusiasmo che ho sempre avuto nel settore vinicolo>.
Prima di approdare allo Stabile si era mai occupato di teatro?
<Sono sempre stato un appassionato di prosa. Anzi, alcuni anni fa ho curato una manifestazione teatrale a Canelli>.
I suoi attori preferiti?
<Ricordo con grande affetto Giorgio Albertazzi, che ci ha lasciati da poco. Ho avuto il piacere e l’onore di averlo ospite in una occasione a casa mia e non dimentico quell’incontro>.
Qual è il segreto per fare buon teatro?
<C’è un’analogia con il vino. Disporre di una grande squadra, come io l’ho avuta nella mia prima attività- L’ho sempre detto ai miei collaboratori: per fare un grande vino occorre ungrande team. L’ho trovato anche allo Stabile e credo che i risultati si stiano vedendo: prosegue la collaborazione con la Cina dove continuiamo a portare le nostre recite>.
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