Dalla risaia agli agrumi di Sicilia, passando per il lardo di Colonnata e i vigneti della Toscana. E’ il percorso verde del Banco Popolare che investe nell’agroalimentare. una scelta strategica che attinge alle radici, quelle della Banca Popolare di Novara, della Lodi e della Verona, le antesignane della fusione. Tutti istituti di credito nati nell’Ottocento soprattutto per volontà dei fondatori piccoli e medi imprenditori agricoli, che intravidero nel sistema delle banche popolari una possibilità di sviluppo cooperativistico. Da allora l’orizzonte si è allargato e oggi l’impegno viene rivisitato alla luce dei cambiamenti, ma al tempo stesso rafforzato perché il comparto agroalimentare da tempo va in controtendenza rispetto alla crisi e rappresenta un volano. L’eccellenza del made in Italy, anche alla vigilia di Expo 2015 dedicato al tema della nutrizione, rappresenta un punto fermo.
Domenico de Angelis, condirettore generale del Banco: <Mi sento impegnato in prima battuta e guardo al settore con grande convinzione. Credo che sarà la scommessa per l’immediato futuro. All’Università mio figlio ha scelto agraria, proprio perché anche in famiglia siamo tutti convinti di ciò che sostengo. Ma a prescindere dalla scelte personali, anche il Banco è orientato fortemente verso il mondo dell’agroalimentare. Una consistente fetta del nuovo piano industriale triennale sarà dedicato al primario, settore nel quale abbiamo meno sofferenze creditizie, a dimostrazione della solidità e della serietà degli imprenditori agricoli. Insomma, riscontriamo un’incidenza di rischio inferiore rispetto ad altri settori>.
La strategia verde del Banco Popolare è rimbalzata anche durante l’assemblea che si è svolta a Verona per l’approvazione del bilancio. Alessandro Scuderi, presidente del Consorzio di tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp, è arrivato da Catania per testimoniare un nuovo percorso intrapreso con il gruppo bancario: <Un progetto per valorizzare la promozione del nostro prodotto, unico al mondo, in un momento difficile per la concorrenza che arriva da altri Paesi. La sfida è quella di sostenere il settore agrumicolo, far conoscere la produzione. La banca l’ha capito>.
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