di Gianfranco Quaglia
Per Martin Vera, approdato a Pollenzo dove ora frequenta il Master in Cucina popolare italiana, non c’è stato bisogno di presentarsi con un «Vengo dalla fine del mondo», così come aveva fatto tre anni prima il suo più noto conterraneo argentino, Papa Francesco, che pronunciò quella frase affacciandosi la prima volta in Piazza San Pietro.
Come dire: Francesco gli ha spianato la strada, pur senza conoscerlo. Quando si è accostato agli uffici del municipio di Bra, per il disbrigo delle pratiche e chiedere consigli per un appartamento, Martin si è sentito a casa. Nella città di Cheese, patria del Beato Cottolengo, la gente ha risposto con un sorriso al suo sorriso: «Sei quasi uno di noi – si è sentito dire – anche i parenti di Francesco provengono dal Piemonte». E così la salita nelle viuzze di Bra si è trasformata in una discesa, agevole, facilitata. Ci vuole poco (o tanto?) in questo Piemonte così lontano da Buenos Aires, per creare empatia. Martin lo ha capito immediatamente e nella vicina Università degli Studi di Scienze Gastronomiche si sta applicando a tutto tondo, tavola e cucina, per apprendere la fantasia e i segreti della cucina popolare italiana.
Lui non ha mai conosciuto Francesco, ma ricorda bene il tempo degli studi. Quando dall’hinterland di Buenos Aires in treno raggiungeva la capitale per frequentare l’Università. «Più di una volta incontrai Jorge Mario Bergoglio, futuro Papa, allora cardinale e arcivescovo di Buenos Aires. Viaggiava su quelle carrozze affollate perché tornava da una visita in periferia, tra la gente povera. C’erano centinaia di pendolari ammassati in piedi nei corridoi e il cardinale si alzava sempre per cedere il suo posto. Non dimenticherò mai quel gesto. Ecco qui in Italia forse stupisce il suo comportamento, ma posso testimoniare che fa parte della sua indole, è sempre stato così».
Martin, che all’Università di Baires ha frequentato studi sul turismo a Baires, si è poi trasferito in Uruguay. Ha fatto la guida turistica, lavorato nei ristoranti. Poi è stato ammesso al master in Italia di Pollenzo, l’Università di Carlin Petrini di cui aveva sempre sentito parlare come di un mito. Adesso è qui pe un circa un anno. <Cercherò di apprendere tutti i segreti, le proposte della vostra cucina, non solo piemontese, poi tornerò in Uruguay. Laggiù il suono del made in Italy è una magia e io cercherò di trasferire ciò che ho imparato>.
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