di Gianfranco Quaglia
E’ una sentenza pilota quella emessa dal Tribunale di Torino Sezione Prima Civile-Tribunale delle Imprese specializzata nei contenziosi sulle proprietà intellettuali. Nel caso specifico il pronunciamento ha posto fine a un contenzioso ed è destinato a fare giurisprudenza in risicoltura e in genere per quanto riguarda i brevetti vegetali. Di fronte due imprese sementiere importanti, la Almo (Novara) e la Sapise (Sali Vercellese) con due varietà maggiormente coltivate dai risicoltori: Gladio (di proprietà della Almo) e Sirio CL (Sapise).
La prima ditta accusava l’altra di aver utilizzato la sua varietà per ibridarla sino a produrre un’altra varietà, appunto il Sirio CL. La diatriba, a colpi di carta bollata e avvocati, è proseguita per sei anni sino alla recente sentenza. Il Tribunale di Torino, competente in materia, ha accertato che «la varietà vegetale risicola denominata Sirio CL costituisce varietà essenzialmente derivata dalla varietà risicola Gladio della cui privativa comunitaria è titolare Almo spa. L’avvocato Mario Tuccillo di Novara, legale della società novarese in questa azione legale i cui risvolti economici possono essere facilmente immaginabili: «E’ la prima sentenza in Europa di questo tipo. Esiste soltanto un precedente in Olanda ma per quanto riguarda due varietà di fiori. Per il resto, che io sappia, siamo all’anno zero, soprattutto nel mondo risicolo. Per arrivare a questa conclusione sono scesi in campo e in Tribunale fiori di periti e ricercatori, da ambo le parti. Sono stati scandaglia tutti gli aspetti del DNA, alla fine i giudici sono giunti alla conclusione che esiste tra il Sirio CL e il Gladio una derivazione diretta. Volevamo sancire un principio e stabilire un precedente giurisprudenziale. Ci siamo riusciti».
Quindi Sapise (Sardo piemontese sementi), la cooperativa che ha inventato il riso nero Venere, condannata? In realtà Sapise dapprima ha interposto appello, ritenendo ingiusta la conclusione cui sono arrivati i giudici di Torino. Poi ha deciso, in accordo con la controparte, di ritirarlo. «Basta litigare – dice il direttore generale Massimo Biloni – anche se noi siamo convinti di avere ragione». Alla fine ha prevalso il buonsenso: raggiunta un’intesa con la Almo, la Sapise continuerà a produrre e commercializzare, cioè vendere agli agricoltori, il Sirio CL, che tra l’altro appartiene alla linea Clearfield, resistente agli a specifici erbicidi. In cambio pagherà «royalties» alla Almo, secondo un accordo tra le parti. Non è finita con una stretta di mano, come accadeva un tempo tra agricoltori, ma poco ci manca.
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