Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, ne è fermamente convinto: «Se non facciamo lobby a Bruxelles non riusciremo a difendere il riso italiano dalle importazioni».
Lo ha dichiarato a margine del convegno a Expo sul tema «Contrabbando e contraffazione» organizzato da Confagricoltura e Fondazione Open.
Riferendosi agli accordi stipulati in precedenza tra Ue e Paesi meno avanzati, per favorire il loro sviluppo, e alla conclusione del recente negoziato con il Vietnam, penalizzante per la filiera risicola italiana, Martina aggiunge: «Questi accordi di cooperazione internazionale rappresentano un tema spinoso, molto delicato. Tuttavia noi non dobbiamo arrenderci, ma spingere l’Unione Europe a modificare questi patti. Non rinunciamo a chiedere l’applicazione della clausola di salvaguardia, già invocata».
Il riso è considerato e usato da Bruxelles come merce di scambio nelle trattative internazionali?
«Non posso dare un giudizio sulle modalità degli accordi precedenti, ma certo è che oggi stanno perdurando quegli effetti pericolosi. In ogni caso occorre continuare la battaglia, ma non possiamo sperare di arrivare a un risultato concreto da soli. E’ necessaria un’azione comune tra i paesi produttori e per questo siamo cercando un’alleanza con Spagna, Grecia e Romania».
Gli fa eco il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, che sul giudizio positivo espresso dal viceministro Calenda in riferimento al negoziato con il Vietnam, dice: «L’interpretazione riguarda tutto il resto del negoziato, certamente non il riso. Ora si tratta di sensibilizzare i parlamentari europei (con gli italiani quelli francesi e spagnoli) per premere su Bruzelles affinché rivedano questi accordi prima che siano definitivi».
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