Dopo le Olimpiadi Londra, ora Eataly. Il primo operatore della ristorazione italiana di alta qualità ha scelto il Mater-Bi, la bioplastica biodegradabile e compostabile di Novamont che può essere smaltita negli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, per le stoviglie monouso in tutti i ristoranti di Expo 2015.La linea della famiglia di bioplastiche per il settore del Foodservice comprende piatti, bicchieri, posate, ciotole, contenitori monoporzione, cannucce, coppette e palette gelato realizzati con l’ultima generazione di biopolimeri, in grado di garantire performance meccaniche, termomeccaniche, produttive ed estetiche assolutamente innovative. Approvate per il contatto con gli alimenti, con un contenuto di materia prima rinnovabile che arriva all’80%, compostabilità conforme allo standard internazionale EN13432, assenza di odore, eccellenti caratteristiche meccaniche e termoresistenza che in alcuni gradi arriva fino a 110°, le stoviglie con cui verranno serviti i pasti nei ristoranti Eataly di EXPO2015 potranno essere raccolte con i rifiuti di cucina e avviati al compostaggio per abbattere significativamente l’impatto ambien attraverso la riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati e dell’emissione di gas a effetto serra.
Alessandro Ferlito, direttore commerciale Novamont: “È con grande soddisfazione che oggi annunciamo che la partnership tra Novamont e Eataly si rinnova all’interno di un contesto come quello di Expo, che per dimensioni, durata e numero di visitatori rappresenterà un importante caso dimostrativo e una conferma di come l’utilizzo di stoviglie usa e getta biodegradabili e compostabili possa realmente fare la differenza ed incidere profondamente sulla raccolta differenziata, e più in generale sull’impatto ambientale, di eventi di grandi dimensioni. Ma non si tratta soltanto di questo. I prodotti che oggi presentiamo e che saranno i protagonisti di Expo, tra cui il primo piatto realizzato interamente in Mater-Bi, sono il frutto di oltre venticinque anni di ricerca e innovazione Novamont all’insegna della bioeconomia, intesa come rigenerazione territoriale. Si tratta cioè di stoviglie ottenute attraverso tecnologie proprietarie che hanno consentito di rivitalizzare siti non più competitivi in innovativi impianti industriali, generando nuove filiere e nuovi prodotti ma anche nuovo lavoro”.
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