di Gianfranco Quaglia
Test della memoria: proviamo a pronunciare la parola Haiti e vediamo quanti sono in grado di rispondere e associare alla Repubblica dei Caraibi un evento. Il tragico evento del terremoto. E’ storia di appena cinque anni fa, 230 mila vittime. Notizia già rimossa, travolti come siamo dalla information overload, l’eccesso di informazioni che ci martella ogni giorno. Ma quella tragedia non l’ha dimenticata don Franco Belloni, sacerdote che insegna all’Istituto agrario Bonfantini di Novara. Con un collega, il professor Guido Rossi, e tre studenti (Alessandro, Davide, Fabio) si è messo in testa di fare qualcosa per quelle popolazioni, di «andare alle periferie del mondo» come dice lui, per ridare speranza. Dopo la catastrofe, laggiù c’era meno di niente, neppure una briciola di pane per sfamare i sopravvissuti. Bisognava ricominciare proprio dalla terra per dare un senso alla vita, gettare semi di melanzana, pomodoro, e insegnare a coltivarli. Ecco, don Franco, che al Bonfantini è prof da 37 anni, ha pensato all’orto caraibico. E lo ha portato in valigia: tubicini di plastica e metallo che servivano all’irrigazione, un pugno di semi nascosti perché quelli – dice oggi – è vietato esportarli. Poi li ha messi a dimora nel terreno fertile della kay Pe’ Giuss di Haiti: era il febbraio 2014 e da quel gesto sono nate zucche, zucchine, cetrioli. Ma il miracolo delle cucurbitacee del prete dalla barba bianca venuto dall’Europa con la valigia della speranza non si è fermato lì. Il secondo progetto si chiama «La bellezza si fa strada»: la realizzazione di un giardino con terra riportata in una scuola materna e un albero davanti a ogni casa. Nel sito della scuola novarese i ragazzi hanno scritto: «Questo è il fascino della missione stessa che non cede neanche davanti alla stanchezza e alla fatica ma si rigenera continuamente trasformandosi in bellezza per chi parte e per chi resta: la bellezza si fa quindi strada».
Il progetto dell’orto caraibico è stato selezionato assieme ad altre iniziative di scuole novaresi per essere presentato a Expo 2015. Tutte meritevoli, ma lasciateci dire che il miracolo della valigia di don Franco merita uno sguardo particolare, senza nulla togliere agli altri.
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