Quale collegamento esiste fra l’Alto Medioevo ed Expo? In apparenza nessuno, ma in realtà c’è un filo rosso che parte dalle risaie alla periferia di Novara e arriva sino all’esposizione di Rho abbracciando due epoche: quella vissuta dai monaci cluniacensi che nell’anno Mille pregavano e lavoravano i campi nella comunità dedicata all’abate Maiolo, oggi conosciuta come azienda agricola San Maiolo; e il lavoro di un imprenditore, Cesare Tromellini, che con la moglie ha deciso di ridare vita all’antica struttura. Mantenendo però integri i segni della presenza della chiesa di Cluny, con il refettorio ora trasformato in sala riunioni, e il tempietto dedicato al culto. E’ qui, in questa Grancia poco conosciuta dove si producono i risi Carnaroli e Vialone Nano, che Expo assume il senso del «valore dela storia di casa tua», come dice il direttore di Coldiretti Novara e verbano Cusio Ossola, Giancarlo Ramella. Su questa fattoria didattica Coldiretti, con il suo presidente Francesco Boieri, punta molto. Non a caso è stata scelta per illustrare una serie di progetti che gli studenti del Novarese, fra i primi in Italia, stanno concludendo per poi presentarli nello spazio Coldiretti di Expo, in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, promotrice Gabriella Colla (membro del Tavolo nazionale Miur per Expo 2015). Cinque gli appuntamenti: a fine maggio sfilata di moda «Non solo Vexpy» (a cura dell’Istituto Bellini di Novara e della sede di Torino dell’istituto Callegari); a luglio «Orto caraibico», l’esperienza ad Haiti a cura dell’istituto Bonfantini di Novara e il Vivaio del Piemonte (Documento Charta della generazione Expo); a fine settembre il progetto «Glucosio e lattosio vi raccontano il cibo italiano» (a cura dell’istituto Omar di Novara; a fine ottobre «Once upon a time: food and river, l’alimentazione nella storia» (liceo artistico Casorati di Novara e Istituto Bonfantini). Infine «Dalla fattoria dei ragazzi alla fattoria bio del Papa» (Consulta provinciale degli studenti di Novara).Il focus è rappresentato dalle nuove generazioni, come sottolinea Sara Baudo, delegata interprovinciale di Coldiretti Giovani Impresa.
E’ stato presentato anche il progetto-concorso «Write a SMS 4 rice-Il riso come valore alimentare e sociale», rivolto agli studenti della scuola primaria, della secondaria di primo grado: tra gli obiettivi, motivare gli studenti alla conoscenza del proprio teritorio e dei suoi prodotti valorizzando il Made in Italy.
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